Riceviamo, ed ovviamente ben volentieri pubblichiamo, una lettera inviataci da Gabriella Carlucci in replica alle nostre precedenti analisi sulla proposta di legge “anti-anonimato” presentate dall’onorevole nei giorni scorsi.
Scrive l’onorevole Carlucci:
Gent.mo Direttore del sito Webnews,
in Italia oltre cinquemila segnalazioni e centinaia di casi di pedofilia vengono accertati ogni anno. Una cifra drammaticamente abnorme. Bambini che, dal primo anno di vita sono vittime di abuso, molestie sessuali. Tanti i casi che non vengono alla luce perché mai denunciati, spesso per vergogna o mancanza di fiducia nella giustizia. Ma soprattutto un aumento allarmante della pedopornografia online negli ultimi cinque anni del 131% e una schiera di “insospettabili” scoperti a produrre o scambiare migliaia di immagini pedopornografiche. Un dossier del Telefono Arcobaleno ha reso noto che l’Italia è al quinto posto nel mercato pedopornografico online.
Una vergogna va contrastata con tutte le risorse possibili.
Ecco un riepilogo dei casi avvenuti solo negli ultimi giorni nel nostro Paese:
- Belmonte: indagato bidello di una scuola, scambiava foto e video su Internet;
- Pedofilia web: Professore arrestato: “Foto vietate? Prima la curiosità, poi il vizio”;
- Pedofilia on line, operazione Thai: arrestato insegnante casertano;
- Pedofilia su Internet: indagato architetto savonese ex insegnante, sequestrati filmati “raccapriccianti”;
- Arrestato professionista napoletano colpevole di aver abusato di minori adescati su chat e social network offrendo false generalità.
Di fronte a questa situazione drammatica ho pensato di presentare una proposta di legge per regolamentare Internet, la quale, prevedendo il divieto dell’anonimato in rete, contribuisse ad impedire che casi simili si ripetano in Italia. Inspiegabilmente la proposta ha ricevuto critiche selvagge, a volte sfociate in volgari offese. Contrariamente a quanto erroneamente affermato da molti che non hanno letto nemmeno la legge ma soltanto delle minime parti, il provvedimento non contiene alcuna previsione sanzionatoria, ma si limita a inquadrare alcuni comportamenti commessi tramite la rete riconducendoli in fattispecie normative già esistenti nel nostro ordinamento. Niente di più e niente di meno.
Concorderà, infatti, con me che anche i “cittadini della rete”, come lei si definisce, abbiano gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri dei “cittadini non della rete”, o meglio dei “normali” cittadini della Repubblica Italiana. Nella certezza che converrà con questo principio di diritto unanimemente riconosciuto come basilare ed intangibile per una società in cui via sia il predominio della legalità e non quello della legge della giungla in cui ognuno pensi di poter fare qualunque cosa, sicuro di non incorrere in alcuna sanzione, colgo l’occasione per salutarla cordialmente.
Nel frattempo il testo del disegno di legge è stato portato online in versione integrale.
Update:
Gabriella Carlucci e Davide Rossi ci hanno spiegato come sono andati i fatti.