Quel che Google non può sapere, lo chiede. Se dunque ancora il motore non ha capito quali siano i gusti e le preferenze di un utente, non c’è modo più semplice per saperlo se non chiedendo direttamente, così che tra le parti si instauri un rapporto di reciproco interesse sul quale il motore può monetizzare meglio il proprio AdSense. L’invito avviene senza mezzi termini: «Molti siti web, quali i siti di notizie e i blog, che collaborano con Google pubblicano gli annunci sui propri siti. Per visualizzare annunci più correlati ai tuoi interessi, modifica le seguenti categorie di interessi, basate sui siti visitati di recente».
Il programma rientra all’interno della cosiddetta «Pubblicità basata sugli interessi»: «Se, da un lato, continuiamo a pubblicare annunci pertinenti ai contenuti della pagina che stai visualizzando, dall’altro abbiamo sviluppato anche una nuova tecnologia che permette di pubblicare annunci sulla base di alcune categorie di interessi che potresti trovare utili». Google intende dunque massimizzare l’appeal delle pubblicità facendo in modo che sia l’utente stesso a scegliere quali inserzioni potrebbero incontrare con maggior favore le sue preferenze ed i suoi click.
A titolo esplicativo il motore porta avanti l’esempio dell’utente “Maria”:
- «Quando Maria visita siti web in cui vengono pubblicati annunci del programma AdSense di Google, Google memorizza un codice nel suo browser (utilizzando un “cookie”) per ricordare la sua visita. Questo codice potrebbe avere il seguente aspetto: 114411»;
- «Poiché molti dei siti web visitati da Maria sono correlati al giardinaggio, Google aggiunge il suo codice (114411) nella categoria di interessi “appassionato di giardinaggio”»;
- «Di conseguenza, Google pubblicherà un maggior numero di annunci correlati al giardinaggio nella misura in cui Maria naviga in siti web (in base al suo browser) che utilizzano AdSense».
Detto questo, Google interviene con forza sull’argomento privacy tentando di sgombrare il campo dalle ovvie possibili controindicazioni: «In tutto questo processo, Google non conosce il nome di Maria, né raccoglie altri dati su di lei. Google riconosce semplicemente il codice memorizzato nel browser di Maria, verifica se tale codice rientra nella categoria di interessi “appassionato di giardinaggio” e mostra quindi un maggior numero di annunci correlati al giardinaggio. Inoltre, Google non utilizza categorie di interessi sensibili, ad esempio, categorie basate su razza, religione, orientamento sessuale, salute o informazioni finanziarie sensibili».
La funzione può essere disabilitata tramite l’apposito pannello personale e l’uso di browser differenti o la cancellazione dei cookies è manovra sufficiente per tornare ad essere una persona sconosciuta al sistema privando la funzionalità delle proprie peculiarità.
L’intento di Google è ovviamente quello di massimizzare gli introiti tramite AdSense, andando oltre le sole inserzioni “contestuali” e cercando di legare il contenuto anche all’utente ed ai suoi comportamenti precedenti. Il tutto avrà valore anche su YouTube, ove il contenuti dei filmati andrà a confluire nel programma di selezione degli interessi dell’utente.
Update
Google Italia ha aggiunto alcune note sul nuovo programma: «Crediamo che ci sia del valore nel vedere della pubblicità relativa a cose a cui siete interessati. Per esempio, se siete appassionati di viaggi avventurosi e quindi visitate siti che trattano di questo argomento, Google potrebbe mostrarvi pubblicità di viaggi di trekking in Patagonia o di safari fotografici in Africa. Oltre a dedurre i vostri interessi dai siti che visitate, vi offriamo anche la possibilità di scegliere la vostre categorie preferite e di eliminare quelle per le quali non volete vedere pubblicità. La pubblicità basata sugli interessi offre agli inserzionisti la possibilità di confezionare la pubblicità sulla base di interazioni precedenti che avete avuto con loro, visitando il loro sito. Per esempio, successivamente alla vostra visita a un negozio online di sport vi potrebbero essere mostrate pubblicità che vi offrono lo sconto sulle scarpe da corsa durante i saldi. […] Gli investitori pubblicitari e i partner ci hanno chiesto ripetutamente di rendere disponibile la pubblicità basata sugli interessi. Per gli inserzionisti si tratta di un importante strumento per raggiungere coloro i quali sono interessati alla loro offerta, mentre i publisher possono generare più fatturato se mettono in collegamento in modo più efficace gli inserzionisti con il loro pubblico di riferimento».
Infine, una nota che fa esplicitamente riferimento a Facebook: «Questo genere di pubblicità mirata tuttavia solleva domande legate alla scelta degli utenti e al rispetto della loro privacy; domande a cui l’intera industria online ha il dovere di rispondere. Varie aziende offrono già forme di pubblicità basata sugli interessi degli utenti e rispondono a tali problematiche in diversi modi. Da parte nostra, abbiamo incorporato nella nostra offerta di pubblicità basata sugli interessi tre importanti funzionalità che dimostrano la serietà del nostro impegno per garantire trasparenza e scelta da parte degli utenti».