Google ha comunicato ai propri utenti che le precedenti tariffe applicate ai servizi di pagamento con Google Checkout andranno a terminare, sostituite d’ora in poi da un nuovo regime che diversifica in modo sostanziale le due offerte. Quello che era il lancio iniziale progettato per mettere il bastone tra le ruote di PayPal, insomma, ha terminato il proprio ciclo e verrà ora sostituito da un nuovo sistema che dovrebbe essere quello effettivo e remunerativo. Ma i cambiamenti non potranno che essere accolti con un certo malumore.
La precedente offerta di Google Checkout era animata da un’offerta innanzitutto conveniente, ma anche molto semplice da capire: 2% sul totale del pagamento e 20 centesimi per ogni singola transazione. Si trattava di un regime significativamente al di sotto delle tariffe applicate da PayPal, ma nonostante ciò il rivale di proprietà eBay ha dimostrato di avere ottima salute, ottimi tassi di crescita e, soprattutto, ottime prospettive. A questo punto è possibile che Google abbia deciso che sia giunta l’ora di mollare la presa.
Le nuove tariffe (ufficialmente in vigore a partire dal 5 Maggio 2009) prevedono pagamenti diversificati a seconda del volume mensile degli scambi ed il regime applicato dipende dal volume registrato nel mese precedente (Aprile determinerà pertanto l’offerta di lancio per ogni singolo venditore):
- Meno di 3000 dollari: 2.9% + 0.30 dollari
- Tra 3000 e 9.999 dollari: 2.5% + 0.30 dollari
- Tra 10.000 e 99.999 dollari: 2.2% + 0.30 dollari
- Oltre 100.000 dollari: 1.9% + 0.30 dollari
Un ulteriore 1% viene applicato quando venditore ed acquirente non sono nella stessa nazione. Dulcis in fundo viene modificata anche la vantaggiosa offerta che permetteva di investire in AdWords senza costi per la transazione: anche quest’ultimo orpello verrà d’ora in poi sottoposto a commissione.
Al nuovo regime Google Checkout si mantiene relativamente vantaggioso soltanto per i grandi venditori (fermo restando il fatto che solo una costante continuità nella vendita permette di godere di buone percentuali di commissione nei mesi più positivi per l’ecommerce), mentre si allinea a PayPal per la parte “liquida” del mercato, quella fatta di una moltitudine di piccole transazioni. Tale indicazione non può che confermare le buone aspettative che eBay ha palesato nei giorni scorsi nei confronti della propria divisione PayPal, vista come un vero e proprio “core business” invece che come appendice aleatoria al marketplace del gruppo.
C’é chi ha ipotizzato in passato un accordo win-win proprio tra Google ed eBay: così come il secondo è fondamentale per gli introiti pubblicitari del primo, viceversa il primo potrebbe rappresentare un volano determinante per i servizi del secondo. PayPal potrebbe dunque servire tutte le transazioni sui servizi Google, potrebbe approdare su Android, potrebbe così imporsi come vero e proprio standard dei pagamenti in rete. Per eBay sarebbe la svolta cercata da tempo, ma per far ciò deve riuscire ad annichilire le resistenze di un gruppo che con Google Base, Google Checkout e Google Talk ha fatto e sta facendo di tutto per invadere il campo nemico. Pur non riuscendo, ad oggi, ad ottenere vittorie significative.