Microsoft dovrà emettere un risarcimento record per la violazione di un brevetto. La società di Redmond è stata condannata a risarcire per 388 milioni di dollari Uniloc Inc, una azienda produttrice di software specializzata nella creazione di applicativi per contrastare i fenomeni di pirateria informatica. La sentenza è stata da poco emessa da una corte federale del Rhode Island (USA), su indicazione di una giuria popolare chiamata a esprimersi sull’annosa vicenda legale.
Nell’ottobre del 2003, i legali di Uniloc avevano citato in giudizio Microsoft accusandola di aver utilizzato alcune soluzioni software proprietarie senza le dovute autorizzazioni per proteggere Windows XP e alcuni applicativi di MS Office dalle riproduzioni pirata. Microsoft respinse categoricamente le accuse, affermando di aver adottato un sistema per bloccare le copie non autorizzate dei suoi programmi diverso dalla soluzione brevettata da Uniloc. La giuria ha infine dato ragione a Uniloc, stabilendo uno dei più grandi risarcimenti milionari nella storia delle cause legali connesse ai brevetti negli Stati Uniti.
Secondo i giurati, Microsoft avrebbe consapevolmente violato il brevetto di Uniloc per proteggere parte della sua gamma di applicativi. Stabilita l’intenzionalità nel comportamento del colosso dell’informatica, la giuria ha potuto sensibilmente aumentare la cifra del risarcimento che ha così raggiunto la ragguardevole somma di 388 milioni di dollari. «Crediamo di non aver commesso alcuna violazione, pensiamo che il brevetto non sia valido e che questo tipo di risarcimento per danni sia di fatto immotivato. Chiederemo alla corte di annullare il verdetto» ha dichiarato un portavoce di Microsoft. La querelle legale, che si trascina ormai da circa sei anni, potrebbe portare a nuovi sviluppi nel corso dei prossimi mesi.
Intanto, sul fronte europeo Microsoft riceve una nuova pesante multa per le sue pratiche commerciali. L’autorità per la concorrenza e il mercato della Germania ha comminato una multa pari a 9 milioni di Euro alla società di Redmond per le sue politiche di vendita legate alle edizioni Home e Student del suo Office 2007. «Un rivenditore presente su scala nazionale ha pubblicizzato il prodotto con il supporto economico di Microsoft. Ancor prima del lancio della campagna pubblicitaria durante la metà del mese di ottobre 2008, i responsabili di Microsoft e la catena di negozi hanno concordato in almeno due occasioni il prezzo per il pacchetto software “Office Home & Student 2007″» si legge nelle motivazioni rilasciate dall’autorità tedesca.
In Germania, la legge consente alle società di confrontarsi con i rivenditori sui prezzi dei loro prodotti, ma vieta esplicitamente alle aziende di coordinare le decisioni dei rivenditori sui prezzi della merce e di assumere strategie condivise per il futuro. Secondo l’authority, in questa occasione Microsoft avrebbe chiaramente superato i confini stabiliti dalla legge, adottando una politica sui prezzi non tollerata dall’ordinamento della Germania.
Benché le accuse e le conclusioni cui è giunta l’autorità siano state respinte da Microsoft, il colosso dell’informatica ha comunque deciso di pagare la multa per evitare ulteriori strascichi nella vicenda. La società osserverà il proprio impegno versando i 9 milioni di Euro richiesti dalla Germania.