Il pacchetto sulla riforma delle telecomunicazioni capitanata dal commissario Ue Viviane Reding
si trova attualmente in una fase di stallo. Nonostante il Parlamento Europeo e i diversi paesi membri siano in sostanziale accordo per quanto concerne il ruolo degli Internet provider all’interno della riforma, una questione dell’ultimo minuto legata alla tutela del materiale coperto da copyright sembra aver rotto l’equilibrio fra le parti, facendo slittare l’adozione del provvedimento al più presto a maggio.
La questione non avrebbe neppure dovuto essere presente all’interno della riforma proposta dalla Reding, più che altro rivolta alle infrastrutture piuttosto che ai contenuti, eppure ha fatto capolino nella parte finale della discussione tra il Parlamento Europeo e i diversi paesi membri. Al fine di dare un giro di vite decisivo al download illegale e alla condivisione di materiale coperto da copyright, la due parti in questione avevano già trovato un accordo per quanto concerne i provider Internet: offrire loro la possibilità di bloccare l’accesso da parte di un abbonato nel caso ci fosse stata l’approvazione di una “autorità legale competente”. La questione principale risiede però nel dove inserire la proposta all’interno del progetto di legge, aspetto che ha già fatto ampiamente discutere dell’argomento tanto le istituzioni francesi quanto quelle italiane.
Secondo gli ambasciatori degli stati membri, il provvedimento dovrebbe essere inserito all’interno delle linee guida che precedono il corpo della legge sulle telecomunicazioni, mentre il comitato per l’industria ritiene più idoneo inserire il provvedimento nella legge stessa, il che manderebbe un messaggio più deciso. «Questo è veramente il punto di maggiore disaccordo. È evidente che gli stati membri non saranno d’accordo nell’inserirlo all’interno del corpo del testo», ha dichiarato un diplomatico Ue: «Sarebbe stato un vero peccato se l’intera riforma fosse tornata indietro per qualcosa che non era neppure nella proposta originale».
L’accordo sembra pendente dunque più per una questione formale che non sostanziale: «Contro il downloading illegale o lo sharing del materiale con copyright, le due parti concordano che un Internet provider dovrebbe poter tagliare l’accesso dell’abbonato se c’è l’approvazione di una “autorità legalmente competente”. […] Gli ambasciatori di Stati membri Ue oggi lo hanno sostenuto a un incontro ma hanno detto che il provvedimento dev’essere nelle linee guida che precedono il corpo della legge sulle telecomunicazioni».