Joost vendesi. Per la prima volta l’ipotesi viene a galla trovando eco su varie testate USA e, soprattutto, trovando chiaro significato nella realtà. Ovviamente il team non conferma e nessuno si spinge oltre nelle ipotesi: nessun prezzo, pochi possibili acquirenti, difficile interpretazione di ciò che il brand effettivamente rappresenta. Ciò nonostante trattasi di una teoria a tutto tondo che passa per Niklas Zennstrom e Janus Friis per arrivare a Skype. E l’iperbole è meno ampia di quanto si possa immaginare.
Joost, quello che era il Venice Project, è stato il terzo grande progetto della coppia Zennstrom/Friis dopo Kazaa e Skype. Il primo è stato venduto in tempo, prima che la morsa delle major si facesse soffocante; il secondo è stato venduto a peso d’oro al gruppo eBay, da cui ora giunge ipotesi di IPO per rimettere il client sul mercato. Joost voleva essere un nuovo tipo di connubio tra la rete e la tv, con la creazione di un software P2P che facesse da contenitore per nuove espressioni video che avrebbero dovuto passare per la rete. La sorte, però, è mai stata dalla parte del gruppo.
Prima venne Babelgum ed eclissò parzialmente Joost. Poi il cambio fu ancor più radicale: Hulu (NBC e News Corp) e YouTube (Google) hanno progressivamente evoluto le proprie strutture creando online ciò che Babelgum e Joost creavano via software ed alla fin fine è stato chiaro come nel lungo periodo il servizio avrebbe avuto la meglio sul prodotto.
Anche Joost, quindi, ha intrapreso l’avventura web based, senza tuttavia mai raccogliere numeri di rilievo nonostante la qualità del servizio, le peculiarità dello stesso ed il progressivo arricchimento dell’offerta. Oggi Joost è totalmente all’ombra di altri brand ormai noti ed ingombranti.
Ciò nonostante c’è chi potrebbe volere Joost per farne un punto di distribuzione proprio. Il primo nome uscito dal cilindro è quello della Time Warner Cable: nessuna conferma, nessun diniego, l’ipotesi rimane viva. Nessuna cifra: nemmeno le speculazioni si spingono a tanto. Una cosa sembra però assodata: Zennstrom e Friis sembrano essere realmente interessati alla cessione e dietro tale manovra potrebbe celarsi una strategia che va ben oltre la fuoriuscita dal mercato dei video online.
La coppia oggi in capo a Joost, infatti, potrebbe al tempo stesso essere fortemente interessata alla riacquisizione di Skype. I due nomi sono già usciti anzitempo, quando si iniziò a parlare di possibile spin-off da eBay, e vennero confermate alcune voci che vedevano la coppia impegnata in una azione di raccolta fondi per coinvolgere Venture Capital vari in questa nuova avventura rappresentata dal ritorno di fiamma sul VoIP. Il fatto che a distanza di pochi giorni eBay abbia annunciato la quotazione in borsa di Skype, infatti, potrebbe essere una semplice conseguenza di tutto ciò: se l’IPO avvenisse nel 2010 come annunciato, vi sarebbe ancora tutto il tempo per avviare una trattativa con acquirenti pronti a sborsare quanto richiesto (ed il prezzo sarebbe fortemente condizionato dalla presenza di un’IPO imminente).
Il cerchio, pur tracciato da rumor e supposizioni, potrebbe quadrare: vendere Joost e far cassa per tornare su Skype. Due le condizioni da soddisfare: una cospicua fuoriuscita da Joost ed un riscontro positivo da parte di eBay. Inevitabilmente le due vicende si intrecceranno nei mesi a venire ed i capitali fluiranno ancora una volta per le tasche di Zennstrom e Friis prima di capire quale sarà il quarto capitolo della loro storia sul mercato.