Craiglist è uno dei siti web più popolari degli Stati Uniti, ma la sua popolarità è stata negli ultimi tempi tanto moltiplicata quanto eclissata da una serie di eventi tragici legati agli annunci ospitati. Dal furto allo stupro, fino all’omicidio, il tutto avvenuto tra persone entrate in contatto tramite le pagine di Craiglist.
Sebbene sia conclamato il fatto che il sito non abbia alcuna responsabilità diretta, il moltiplicarsi dei casi ha giocoforza coinvolto il sito stesso nelle operazioni di indagine ed ora il sito viene messo all’indice chiedendone una condivisione di responsabilità. Per i fautori del sito non c’è altra possibilità se non tentare di collaborare, facendo il possibile per minimizzare l’accaduto senza tuttavia pregiudicare la bontà del business avviato.
Philip Markoff, 23 anni, studente di medicina: avrebbe ucciso una massaggiatrice contattata tramite Craiglist per poi assalire e derubare una ulteriore vittima (medesimo modus operandi) ed essere incriminato per entrambi i casi. Trattasi di un caso sui molti ormai accertati, ed ora la richiesta che viene posta a Craiglist da più parti è esplicita: ripulire l’archivio dagli annunci erotici. Le motivazioni addotte non sembrano però totalmente lineari: l’appiglio è quello di una sorta di “favoreggiamento” della prostituzione, esplicitamente vietato e quindi da ostacolare, ma tecnicamente l’obiettivo è quello di eliminare il contatto tra malintenzionati ed incaute vittime. Tecnicamente, peraltro, non è semplice portare al termine un filtro dalle buone performance poiché gli annunci di stampo erotico raramente sono ricollegabili ad avvisi specifici, limitandosi a frasi ambigue che un utente in cerca può però facilmente identificare.
Jim Buckmaster, CEO Craiglist, ha scritto sul blog del gruppo come i primi incontri con gli inquirenti siano satati «cordiali e produttivi». Craiglist intende scendere a patti con le istituzioni, sapendo di essere attualmente al centro delle attenzioni, e si tenta dunque di tenere basso il tenore del dibattito nella speranza di trovare una formula che possa accontentare tutti.
Ben meno accomodante sembra essere il Procuratore Generale del South Carolina, Henry McMaster, il quale ha preso carta e penna per notificare a Buckmaster l’intenzione di procedere comunque per vie legali contro il sito se non verranno intraprese serie ed immediate iniziative volte a cancellare gli annunci erotici dal sito.
Per la verità Craiglist ha già mosso qualche passo in tale direzione nel Novembre scorso, quando firmò un concordato con 40 diversi stati della Federazione promettendo un maggior controllo relativo a prostituzione e pedofilia. Il patto prevedeva anche una stretta collaborazione con il National Center for Missing and Exploited Children ed avrebbe dovuto comportare modifiche sostanziali sulle versioni locali del portale (un riferimento da 50 milioni di visite al mese). I fatti di cronaca degli ultimi tempi hanno però abbassato la soglia di tolleranza ed i tempi di attesa, rendendo l’opinione pubblica (e di riflesso il mondo delle istituzioni) molto meno accondiscendente nei confronti del sito di annunci online.
Il caso è attualmente in discussione da parte dei legali Craiglist con i Procuratori di New York, Illinois (ove già è stata aperta una causa contro «la più grande fonte per la prostituzione in America»), Connecticut e Missouri. Per Craiglist, però, la frittata è già in parte fatta: l’immagine del sito è stata irrimediabilmente compromessa dal momento in cui i media hanno abbracciato con forza la causa portandola con forte evidenza sotto gli occhi dell’opinione pubblica. Incassato il colpo, il gruppo (28 impiegati in tutto) sta ora tentando di salvare il salvabile, rinunciando presumibilmente a buona parte degli annunci erotici in cambio di un clima più disteso e collaborativo da parte della giurisprudenza.