L’HADOPI è realtà. A poche ore dall’approvazione presso l’Assemblée nationale, la ferrea legge antipirateria francese che molto ha fatto discutere in queste ultime settimane è ormai legge dello stato grazie all’immediata approvazione del Senato. La bocciatura alla prima tornata era dunque stata soltanto un temporaneo ed imprevisto incidente di percorso: la cosiddetta Dottrina Sarkozy è oggi parte della legislazione transalpina ed il mondo del Web dovrà fare i conti con i principi che la stessa porta avanti.
La legge prevede anzitutto l’istituzione dell’HADOPI (“Haute Autorité pour la diffusion des ?uvres et la protection des droits sur l’Internet”), entità avente l’autorità di controllare i contenuti scambiati in rete al fine di “ammonire” gli utenti scoperti in violazione del diritto d’autore. Al terzo richiamo scatta l’espulsione dalla Rete: agli utenti stessi sarà fermato l’accesso agendo direttamente a livello di Internet Service Provider. «agli utenti sorpresi per la prima volta a scaricare illegalmente musica, film o videogiochi protetti da copyright, sarà inviata una mail di avvertimento; dopo una seconda violazione, essi riceveranno un’altra mail insieme ad una lettera raccomandata, mentre per la terza volta l’Hadopi provvederebbe a a tagliare l’accesso a internet, per un lasso di tempo variabile da due mesi a un anno».
Non è bastato il richiamo indiretto della Commissione Europea, non è bastato il dibattito sollevatosi in tutta l’UE: i francesi hanno portato avanti la propria proposta. «La Francia dimentica la libertà» titola The Inquirer. Il tutto è il risultato di 184 voti favorevoli con soli 14 contrari, il che ha formalmente portato la proposta a dispositivo di legge approvato. Ciò nonostante, l’ostruzionismo contro la “tre colpi e via” avrà ancora ulteriori ripercussioni e la norma dovrà passare almeno altri due gradi di giudizio.
Il primo è quello del Concilio Costituzionale, il quale dovrà valutare la costituzionalità della legge al pari di quello che compie in Italia il Presidente della Repubblica. Il Consiglio Costituzionale, insomma, dovrà valutare la bontà del testo alla luce del fatto che «Il Popolo francese proclama solennemente la sua fedeltà ai diritti dell’uomo»: l’accesso al Web è o non è un diritto più di quanto non lo sia il diritto d’autore? Patrick Bloche, deputato socialista che annovera il proprio voto tra i 14 contrari, ha parlato di «legge dell’intimidazione» indicando un nuovo regime “lose-lose” tra artisti e utenti della Rete. Sarà lo stesso Partito Socialista a chiedere una revisione della Dottrina Sarkozy nel nome della sua incostituzionalità.
Il secondo grado di giudizio in cui la HADOPI dovrà ancora essere messa alla prova è quello delle istituzioni europee. Il richiamo della Commissione UE è stato infatti esplicito, sia pur se racchiuso in raccomandazioni dal contenuto generale. L’UE indica, all’interno di uno dei punti posti in evidenza: «riconoscere che Internet può rappresentare una straordinaria opportunità per rafforzare la cittadinanza attiva e che, a tale proposito, l’accesso alle reti e ai contenuti costituisce uno degli elementi chiave; raccomandare che la questione sia ulteriormente sviluppata sulla base del principio che ogni individuo ha il diritto di partecipare alla società dell’informazione e che le istituzioni e le parti interessate a tutti i livelli detengono la responsabilità generale di partecipare a questo sviluppo, lottando contro le due nuove sfide dell’analfabetismo elettronico e dell’esclusione democratica nell’era elettronica».
La questione dei diritti sarà centrale, poiché la Dottrina Sarkozy chiede di sacrificare un diritto per tutelarne un altro. Una ulteriore raccomandazione, quindi, entra nello specifico: «procedere all’adozione della direttiva sulle misure penali finalizzate al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, dopo aver valutato, alla luce delle attuali ricerche sull’innovazione, fino a che punto sia necessario e proporzionato e vietando nel contempo, in vista di questo obiettivo, il controllo e la sorveglianza sistematici di tutte le attività degli utilizzatori su Internet e garantendo che le sanzioni siano proporzionate alle infrazioni commesse; al riguardo rispettare anche la libertà di espressione e di associazione dei singoli utilizzatori e combattere l’incitamento alla ciber-violazione dei diritti di proprietà intellettuale, comprese talune eccessive restrizioni di accesso instaurate dagli stessi titolari di diritti di proprietà intellettuale».