Seagate, una delle principali aziende produttrici di hard disk, aveva già indicato il 2010 come riferimento per il suo ingresso nel mercato dei drive a stato solido.
Il target iniziale sarà il settore enterprise, ma l’azienda ha ancora diversi nodi da sciogliere e non intende sbagliare commercializzando prodotti non all’altezza della sua reputazione.
Seagate vuole essere quindi sicura di offrire un prodotto di classe enterprise che soddisfi le richieste di robustezza e prestazione, ma il primo dubbio riguarda il tipo di celle di memoria da utilizzare.
Il mercato enterprise richiede principalmente SSD di tipo SLC, ma questa tecnologia non permette attualmente una produzione con volumi elevati, per cui inizialmente potrebbe optare per un approccio ibrido SLC/MLC e in seguito passare verso celle MLC, solo quando questo formato diventerà “perfetto”.
Un altro dubbio per Seagate riguarda l’interfaccia di collegamento, SAS o SATA-II. Entrambi gli standard hanno un transfer rate teorico pari a 3 Gbps che potrebbe velocemente essere saturato da un SSD, ma quando la velocità passerà a 6 Gbps, è probabile la scelta di SAS Rispetto al SATA: il SAS ha infatti una migliore tecnologia di correzione degli errori, che garantisce la robustezza necessaria alle applicazioni più critiche.
Infine, nel settore enterprise, a differenza di quello consumer, è richiesta un’elevata capacità di storage. Seagate potrebbe offrire subito un SSD da 1 TB ma poi avrebbe problemi di vendita a causa del prezzo elevato. Più probabile dunque un taglio iniziale da 256 MB seguito da drive da 512 MB, entrambi con fattore di forma 2,5 pollici.
Il primo prodotto di classe enterprise basato su memorie a stato solido potrebbe essere presentato anche prima della fine dell’anno.