Come avevamo ampiamente anticipato, è partita l’asta che assegnerà i blocchi di frequenze mai utilizzate da Ipse. Asta a cui stanno partecipando i maggiori gestori di telefonia italiani e quindi Tim, Vodafone, Wind e H3G. Come avevamo previsto la prima tornata di offerte sarebbe andata deserta a causa della offerta minima obbligatoria di ben 495 milioni di euro.
Come immaginato, così e stato, nessuno dei 4 gestori ha presentato un’offerta. Se ne riparlerà alla seconda tornata che prevede una base d’asta di 88 milioni di euro. A quel punto qualcosa dovrebbe muoversi e potrebbero spuntare le prime vere offerte.
Ricordiamo ancora una volta l’estrema importanza di quest’asta. La connettività mobile a banda larga si sta sempre di più imponendo sul mercato come soluzione parallela alla classica ADSL su doppino.
L’etere però non è infinito o “potenziabile” come una rete tradizionale. Le crescenti velocità, e un aumento considerevole di utenti richiedono maggiore spazio e questo si traduce in un uso superiore delle frequenze.
Dobbiamo poi aggiungere che il 4G che arriverà tra un paio di anni richiederà un uso ancora maggiore degli “spazi” nell’etere.
Si capisce dunque molto facilmente che quest’asta rappresenta un passo fondamentale per le future reti mobili e i gestori di telefonia “affamati” di frequenze libere ben difficilmente si faranno scappare l’occasione. Ovviamente seguiremo da vicino l’asta.