Secondo quanto riportato tra le pagine del The Wall Street Journal, il governo cinese avrebbe intenzione di perpetrare la sua attività censoria nei confronti del Web attraverso nuove misure preventive. A partire dal primo luglio infatti, i produttori locali di Pc saranno obbligati ad includere nelle loro macchine un software studiato appositamente per bloccare alcuni siti Web, la cui lista sarà mantenuta costantemente aggiornata ed accessibile online. Secondo le autorità locali, si tratterebbe di una misura preventiva messa in atto allo scopo di proteggere i minori da contenuti considerati sconvenienti o ‘pericolosi’.
Il programma messo in atto, la cui comunicazione ufficiale da parte delle autorità avverrà in tempi brevi, prende il nome di “Green Dam-Youth Escort” e intende bloccare l’accesso ad alcuni siti Web grazie ad un software installato direttamente nei computer all’atto della vendita o presente nella confezione sotto forma di compact disc. L’elenco dei siti da oscurare risiederebbe all’interno di un database accessibile online e mantenuto costantemente aggiornato. In accordo con quanto dichiarato dal governo cinese, si tratterebbe di un programma messo in atto con l’intenzione di «costruire un ambiente Internet pulito, gioioso ed armonioso, evitando con un atto preventivo che le persone più giovani possano essere influenzare o colpite da informazioni pericolose». Il software è stato studiato per l’occasione da Jinhui Computer System Engineering, con la collaborazione di Beijing Dazheng Human Language Technology Academy, entrambe connesse al ministero militare e della sicurezza cinese.
Il primo produttore a manifestare apertamente il suo consenso all’operazione è Lenovo, società che detiene il 26% del mercato in territorio cinese. I restanti produttori dovranno quindi presto decidere se assoggettarsi ai voleri delle autorità locali o compiere un atto di disobbedienza, rischiando così di compromettere la loro posizione all’interno di un mercato che come grandezza è secondo solamente agli Stati Uniti.
L’installazione del software in questione, oltre a risollevare la problematica inerente all’attività censoria cinese, potrebbe comportare agli utenti altri effetti indesiderati, quali malfunzionamenti dei Pc acquistati, oltre mettere a repentaglio la stessa privacy; non è dato infatti sapere quali atti compia veramente il codice del software censorio, il quale potrebbe diffondere dati personali o bloccare in un prossimo futuro l’accesso ad altre tipologie di pagine Web. «L’obiettivo apparente del software è il controllo dei siti pornografici, ma noi non sappiamo cosa altro sia contenuto nel codice», ha dichiarato Charles Mok, chairman della divisione Hong Kong di Internet Society. «Gli utenti dei computer non hanno controllo sulle modificazione del software, il quale potrebbe essere utilizzato per collezionare dati personali o filtrare altri siti Web».