Destano preoccupazione i piani della Cina tesi ad aumentare i sistemi di controllo e censura delle informazioni online. A distanza di alcuni giorni dalle notizie circolate intorno al progetto Green Dam, gli Stati Uniti hanno espresso in via ufficiale la loro preoccupazione per le ultime decisioni assunte dal governo di Pechino in merito al controllo della Rete. La presenza di maggiori filtri potrebbe nuocere non solo alla libertà di espressione, ma anche ai rapporti commerciali della Cina verso l’estero.
«Gli Stati Uniti esprimono la loro preoccupazione per le azioni che tendono a limitare le possibilità di accesso a Internet così come avviene per le limitazioni internazionalmente riconosciute al diritto della libertà di espressione» si legge in una dichiarazione da poco diramata dall’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino. Il comunicato continua sottolineando la potenziale pericolosità del nuovo sistema Green Dam, ufficialmente concepito per limitare l’accesso ai siti pornografici, ma che di fatto si potrebbe tradurre in un ulteriore aumento dei controlli da parte della censura cinese nei confronti delle decine di milioni di utenti che ogni giorno accedono alla rete dalla Cina.
«Il Governo degli Stati Uniti esprime la propria preoccupazione per Green Dam sia per il suo impatto potenziale sul commercio sia per i seri problemi di carattere tecnico che potrebbero verificarsi attraverso l’utilizzo di tale software. Abbiamo richiesto ai cinesi di intraprendere un confronto per affrontare queste preoccupazioni» scrivono i diplomatici statunitensi impegnati sul fronte di Pechino. La richiesta di un confronto diretto costituisce un atto formale dovuto, ma difficilmente potrà portare a grandi progressi in materia di libero accesso al Web nel paese asiatico, tradizionalmente molto attento e attivo sul fronte della censura.
Attraverso l’agenzia di stampa Reuters e Twitter, l’artista cinese Ai Weiwei – noto per aver partecipato alla progettazione dello Stadio Olimpico di Pechino – ha invitato i suoi connazionali a non utilizzare la Rete il prossimo 1 luglio, giorno in cui dovrebbe entrare in funzione il sistema di filtraggio Green Dam. Da tempo critico nei confronti del regime, Ai ha dichiarato: «Date uno stop a qualsiasi attività online, inclusi il lavoro, la lettura, le chat, il blogging, i giochi e l’invio della posta. Non date alcuna spiegazione sul vostro comportamento. Si tratta di una protesta online senza alcun tipo di rischio. È un modo per opporsi alla censura su Internet».
L’idea di una protesta simbolica lanciata da Ai sembra aver colto nel segno. Grazie al passaparola online, specialmente sui social network, l’iniziativa sembra aver raccolto intorno a sé numerosi sostenitori che il prossimo 1 luglio esprimeranno il loro dissenso disertando il villaggio globale. Anche in questo caso, però, in molti sollevano le loro perplessità sull’effettiva capacità di una iniziativa del genere di dissuadere il governo di Pechino dai propri intenti per censurare il Web. All’introduzione del discusso Green Dam mancano ormai pochi giorni e le autorità cinesi non sembrano essere intenzionate a compiere significativi passi indietro.