Il sito iSuppli.com è solito smontare ogni nuovo prodotto tecnologico in uscita sul mercato. L’obiettivo non è però quella voglia “di rompere” fine a se stessa, ma quella di giudicare un prodotto per come è fatto, per i componenti usati e per il modo in cui vengono assemblati.
Non poteva perciò non finire sotto la lente d’ingrandimento di iSuppli il prodotto del momento, ovvero il nuovo iPhone 3G S, lanciato in questi giorni da Apple e che, almeno in Italia, non poco ha fatto parlare per i suoi prezzi piuttosto alti.
Proprio i costi sono quello che più ha fatto scalpore dal report di iSuppli, dato che, dopo una metodica valutazione delle componenti dell’iPhone, si è giunti alla conclusione che il costo di produzione per Apple, al netto delle spese di trasporto, imballaggio e accessori vari, è di poco meno di 180 dollari.
Sono infatti necessari per produrre un iPhone soltanto 178,96 dollari, di cui 172,46 servono a comprare l’hardware dai vari fornitori, mentre 6,50 dollari rappresentano la spesa per l’assemblaggio. Una cifra complessiva che si attesta a soli 5 dollari in più rispetto al costo di produzione del vecchio iPhone 3G.
Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, come si possa giustificare il prezzo di vendita finale al cliente che praticano i gestori italiani, prezzi che superano abbondantemente le 500 euro e che non trovano riscontro, apparentemente, nei costi di produzione pubblicati da iSuppli.
Di certo la cifra che i gestori intascano finisce nelle casse della casa di Cupertino in una percentuale che non è dato sapere, ma che potrebbe essere oltremodo “corposa”. Ai gestori comunque rimane di certo un buon margine, soprattutto quello dovuto all’abbonamento per il traffico dati. Se poi si sommano a questi margini le spese di cui parlavamo sopra, relativamente alla distribuzione, ecco che il prezzo finale si alza inesorabilmente e fa diventare l’iPhone un accessorio più prezioso di quanto in realtà sia.