Era previsto per oggi il debutto di Green Dam, ma le autorità cinesi hanno preferito rimandare l’evento a causa dei problemi tecnici riscontrati negli ultimi giorni. Il nuovo sistema concepito per limitare l’accesso ad alcuni contenuti online, come i siti pornografici, era stato fermamente avversato dalle associazioni per la libertà di stampa e di pensiero e aveva ricevuto non poche critiche anche dagli Stati Uniti, timorosi per i possibili contraccolpi commerciali.
Attraverso un breve comunicato, l’agenzia di stampa Xinhua ha confermato l’avvenuto rinvio dell’entrata in vigore di Green Dam, stabilito direttamente dal ministero dell’industria e dell’informazione. La decisione di rimandare l’avvio del progetto sarebbe stata determinata dalle oggettive difficoltà tecniche incontrate dai produttori di personal computer. Le autorità di Pechino avevano infatto richiesto agli OEM di preinstallare il software per il controllo della navigazione online sui loro dispositivi prima delle vendita, una procedura complessa da pianificare con cura e difficilmente attuabile nelle poche settimane messe inizialmente a disposizione dal governo cinese.
Il rinvio a data da destinarsi confermato dal ministero non implica comunque un definitivo abbandono del progetto Green Dam. Stando alle prime informazioni, le autorità della Cina potrebbero in futuro riproporre il sistema per controllare e limitare la navigazione degli utenti online, elaborando una nuova serie di opzioni per rendere il progetto di più semplice attuazione. L’assenza di una data precisa per la riproposizione di Green Dam lascia comunque ottimisti i numerosi attivisti che nel corso delle ultime settimane si sono battuti contro il controverso piano di Pechino.
«Sembra che le autorità si siano rese conto di quanti fossero i problemi e le controversie e abbiano deciso di prendersi una pausa. Se si fosse trattato di un piano ben preparato i risultati sarebbero stati alquanto differenti. Ma così non è stato» ha dichiarato Wang Junxiu, imprenditore di Pechino impegnato sul fronte della Rete e fermo oppositore di Green Dam e delle altre forme di censura organizzate dal governo cinese per limitare l’accesso ad alcuni contenuti sul Web.
Secondo numerosi osservatori, dietro al rinvio di Green Dam non vi sarebbero solamente questioni puramente tecniche, ma anche motivazioni di carattere politico. Nel corso delle ultime settimane sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti avevano espresso la loro preoccupazione per l’imminente entrata in vigore del nuovo sistema di censura, che oltre a limitare la libertà di navigazione online dei cinesi avrebbe potuto condizionare non poco i rapporti commerciali della Cina con l’estero. Il recente rinvio potrebbe determinare la fine prematura di Green Dam, progetto ambizioso ma oggettivamente di difficile realizzazione, ma non dell’intensa attività di controllo e censura operata dal governo di Pechino online.