Nel momento in cui le radio online hanno trovato un nuovo accordo con le etichette, riuscendo a spuntare costi minori a livello di royalty, un nuovo nome spunta sul mercato dello streaming musicale. Ed è un nome che pesa. Entro fine Luglio, infatti, Microsoft potrebbe aprire la propria radio online abilitando gli utenti allo streaming. Per riuscire nell’intento, però, Microsoft dovrà riuscire a monetizzare quanto andrà a mettere assieme: equiparare l’offerta esistente potrebbe non bastare, ma al tempo stesso Microsoft ha potenzialità forti da far fruttare nel mondo della musica.
E non si tratta solo di rumor: la conferma giunge direttamente dal Telegraph per voce di Peter Bale, executive producer MSN: «La musica è un’area importante per Microsoft. Stiamo per lanciare un servizio di streaming musicale entro breve. Funzionerà su di un principio simile a Spotify, ma stiamo ancora esaminando come il modello di business lavorerà». Il mondo delle radio online, infatti, lavora su di un duplice canale sia pur se con mix e limiti variabili: la pubblicità per ripagare l’uso sporadico, abbonamenti mensili per ripagare uso frequente e continuo. Microsoft sembra nutrire però qualche dubbio, o se non altro qualche speranza: il gruppo potrebbe infatti estendere il concetto attuale di radio online, portando così la musica su nuove piattaforme e ricreando quindi opportunità maggiori di monetizzazione.
Bale non offre nulla di più specifico, ma l’idea di fondo è quella per cui lo stesso servizio possa vivere nel Web per arrivare su Windows Media Center, Zune, Windows Mobile ed Xbox 360 indifferentemente. La console, soprattutto, potrebbe portare la musica sul target migliore, accompagnando magari l’esecuzione dei giochi tramite forme di advertising ad hoc (chissà che l’in-game advertising non possa offrire opportunità in tal senso). All’ascolto potrebbe inoltre accompagnarsi l’acquisto delle tracce, andando così a sfidare iTunes sul campo che ha affermato Apple nel mondo della musica digitale. Ed in pista di lancio potrebbe esserci anche Bing: l’interesse che Microsoft avrebbe manifestato nelle potenzialità della ricerca di SeeqPod avrebbe, alla luce di tutto ciò, un chiaro significato.
Così Webnews spiegava Spotify ad inizio 2009: «permette di ascoltare musica online ad un’ottima qualità di 160kbps. L’applicazione funziona un po’ come Last.fm, è un misto tra un social network e un motore di ricerca di brani musicali che, man mano che si ascoltano nuove canzoni, diventa sempre più vicino ai gusti dell’utente, anche grazie alla possibilità di creare nuove playlist di brani e radio personalizzate».
Oggi Spotify diventa un modello, così come Pandora o Last.fm diventano i nomi con cui concorrere per una posizione di rilievo nel settore. Entro fine mese Microsoft formalizzerà la propria proposta ed il Regno Unito potrebbe essere il campo di applicazione ideale per l’esperimento.