È una spy story piena di tensione quella a cui stanno dando vita Twitter e TechCrunch. Il servizio più in voga del momento, unitamente al sito di “rumor” dalla Silicon Valley più noto, con in mezzo un hacking a fornire materiale per accendere la contesa: la polemica è servita ed i legali di entrambe le parti sono seduti al tavolo delle trattative mentre poco per volta il caso si gonfia.
La scintilla è descritta sul blog di Twitter: un dipendente del gruppo è stato preso di mira e la sua casella di posta è stata violata con un attacco firmato “Hacker Croll”. Di qui è risultato in seguito facile accedere all’insieme della documentazione su Google Apps che il dipendente condivideva con il proprio team. Trattasi di centinaia di file di ogni tipo, partendo da semplici note interne, fino ad impegni di agenda o informazioni finanziarie legate al gruppo. Twitter si è affrettato a specificare che nessun account sia stato violato e, al tempo stesso, nessuna vulnerabilità è stata identificata nel servizio né tantomeno in Google Apps. Il problema è soltanto quello di un dipendente con password troppo semplici, tramite le quali centinaia di documenti sono però fuoriusciti dalla segretezza delle operazioni aziendali.
TechCrunch si è visto in breve recapitare 310 documenti prelevati da Twitter. I contenuti, spiega il sito di Michael Arrington, sono i più disparati ed è immediatamente emerso il lato “etico” della vicenda: tale documentazione va pubblicata o meno? TechCrunch ha avuto buon gioco a coinvolgere l’utenza in questo dibattito, prendendo però poi una decisione unilaterale differente dal tenore dei commenti ricevuti: deve rispondere all’etica solo chi ha avuto accesso alla documentazione, mentre il sito fa semplicemente informazione andando a pubblicare quanto riterrà opportuno. Dietro tutto ciò sembra celarsi una trattativa serrata ed i contatti tra le parti sono confermati dalle stesse pagine TechCrunch. La conferma minacciosa giunge anche da Biz Stone per Twitter: «Siamo in contatto con i nostri legali per capire cosa questo furto significhi per Twitter, per l’hacker e per chiunque accetti o pubblichi questa documentazione rubata».
Passano poche ore e fanno capolino online le prime informazioni interessanti. Trattasi di proiezioni interne del team Twitter, dalle quali emergono aspettative importanti per i prossimi anni. Se per l’anno in corso ci si aspetta una chiusura del Q3 con entrate per 400000 dollari, il Q4 potrebbe già riconsegnare al gruppo un bilancio da 4 milioni. 140 i milioni attesi per la fine del 2010, mentre l’exploit sarà nel 2013: 1 miliardo di utenti, 1.54 miliardi di entrate, 5200 dipendenti e 1.1 miliardi di netto.
E non finisce qui. TechCrunch ha già promesso ulteriori informazioni per la prossima puntata, quando il tema sarà quello delle fonti di entrata attuali del gruppo: da dove arrivano i 400 mila dollari previsti per il trimestre in corso? La domanda è lasciata in sospeso dipingendo la perfetta trama della serie: accattivante al punto giusto, pungente oltre misura. E le puntate in mano a TechCrunch sono ben 310, anche se poche di esse sembrano potersi dimostrare realmente avvincenti.