Quando Joost nacque, sotto il nome di Venice Project, la portata rivoluzionaria sembrava evidente. C’era il contesto: il video online viveva di pulsioni concrete ed era la grande scommessa del momento; c’era il substrato, con Niklas Zennstrom e Janus Friis a firmare le credenziali del gruppo; c’era la tecnologia, con un player parzialmente ispirato al P2P che reggeva Skype. Non c’era, però, l’idea giusta. I destini di Joost e quelli di Skype dividono ora definitivamente le proprie strade proprio nel momento in cui queste strade sembravano nuovamente incrociarsi e tutto ciò succede in seguito alla dipartita (alla cacciata, anzi) del Presidente e CEO del gruppo Mike Volpi.
Nel momento in cui eBay ha venduto il 65% della proprietà di Skype ad un gruppo di investitori capitanati da Andreessen (dal board eBay) e Volpi (ex-Cisco, poi Joost e Index Ventures), il ruolo di quest’ultimo sembrava delineato. I rapporti con Zennstrom e Friis, infatti, sembravano essersi lesi definitivamente nel momento in cui gli ex-fondatori di Skype hanno tentato la scalata al gruppo e si son visti respingere l’offerta. In mano, però, la coppia aveva ancora Joltid, un gruppo che offre i propri servigi a Skype abilitandone il cuore del funzionamento. La denuncia a Skype e lo stralcio degli accordi tra le parti ha messo a serio rischio il funzionamento stesso del software, portando così in tribunale il caso, costituendo una forte leva di contrattazione sul tavolo della cessione e costringendo eBay allo sviluppo di una soluzione alternativa.
Mike Volpi aveva un piede in Skype ed una in Joost, uno vicino ad eBay e l’altro in stretta vicinanza con Zennstrom e Friis. Per questo motivo la sua posizione sembrava ottimale per portare a termine una mediazione pacifica verso un accordo extraprocessuale di comune soddisfazione. Così, invece, evidentemente non è stato. Volpi è ora stato cacciato da Joost e non solo: la sua posizione sarà sottoposta ad una investigazione «per le azioni operate durante il suo mandato come CEO e Presidente». Volpi stesso conferma di non aver più nulla a che vedere con Joost, sebbene confermi gli investimenti pregressi della Index Ventures nel gruppo.
Qualcosa, insomma, deve essersi definitivamente rotto. Ma non c’è solo un rapporto che è andato consumandosi: la comunanza di tecnologie alla base di Skype e Joost (identificabili nell’implementazione di Global Index, alla base del portfolio Joltid), infatti, lascia pensare ad un coinvolgimento del caso Joltid nella questione, con Volpi che potrebbe aver operato in modo contrario agli interessi del proprio gruppo precedente in favore di quello nuovo. Per questo la sua posizione potrebbe essere sotto esame: in ballo c’è il ruolo strategico di Joltid, l’ultima arma in mano a Zennstrom e Friis prima di un taglio definitivo dell’antico legame con la migliore delle loro creature: Skype.