L’era delle news online a pagamento abbia inizio. L’avventura inizia ovviamente da Rupert Murdoch, il quale da tempo predica nuovi modelli di business per una informazione digitale non più in grado di reggersi sull’unico sostegno dell’advertising. La scelta del team di Murdoch è stata però particolare: la prima sezione completamente a pagamento sarà infatti quella mobile.
L’annuncio proviene dalle parole dello stesso Murdoch, in occasione della Goldman Sachs Communacopia XVIII Conference di New York: «Tra due mesi le persone che accederanno al Wall Street Journal dal loro BlackBerry saranno tenute a pagare 2 dollari a settimana. Lo stesso con l’iPhone». Fissato anche il prezzo, dunque: 2 dollari a settimana per gli utenti comuni, 1 dollaro a settimana per gli utenti già abbonati al giornale. Nessun micropagamento, dunque, né tantomeno alcun accordo con Google (tra i cui tester del nuovo Fast Flip non compare alcuna proprietà correlabile al gruppo News Corp).
Murdoch se ne dice certo: entro 20/30 anni l’editoria cartacea sarà completamente fuori dai giochi. Lo “squalo”, così Murdoch è soprannominato in ambienti finanziari, non intende però aspettare passivamente il tramonto: il modello di business non è forse maturo, ma un esperimento è probabilmente necessario. Per questo motivo si parte dalla versione mobile, in attesa di verificare i risultati tanto dal punto di vista degli introiti quanto sul versante dell’advertising (per questo motivo l’inizio è proprio dal mobile, ove la pubblicità è meno praticabile e dove pertanto solo una formula di accesso a pagamento può permettere di tenere in piedi il sistema). Ad oggi 25000 utenti hanno siglato il proprio abbonamento per la lettura del giornale su Kindle e, secondo le stime odierne, entro breve almeno 1 milione di persone accederà ai contenuti fruendo della versione mobile a pagamento. Nell’intervento si elogia inoltre Kindle per le opportunità offerte nella lettura dei libri, ma si bacchetta Amazon per un comportamento ancora non completamente soddisfacente in fase di navigazione. Pollice alto, insomma, ma con riserva.
Annunciando le novità relative al WSJ, Murdoch ha fatto luce anche sul futuro di Hulu, altro grosso brand della rete collegato all’impero News Corp. Il servizio dovrebbe prossimamente introdurre le prime formule di distribuzione a pagamento per prodotti a valore aggiunto (nonché formule di abbonamento ancora da definirsi), ma in questo il gruppo tenterà di equilibrare al meglio l’offerta online e quella televisiva del polo Sky per evitare una dannosa concorrenza interna.
Mentre i nuovi modelli di business fanno capolino, buone notizie sembrano giungere dal comparto dell’advertising: Murdoch confida in tal senso ottime sensazioni, con un trend attuale «molto migliore rispetto a 4 mesi or sono». Le avvisaglie della luce in fondo al tunnel, insomma, sembrano aver riportato ottimismo. E con esso, per logica e diretta conseguenza, tornano gli investimenti pubblicitari.