Tra Google ed Apple la tensione è a livelli mai raggiunti prima. I due gruppi, da tempo vicine e se non altro accomunate dalla sfida frontale a Microsoft, si trovano ora sul piede di guerra. Guerra fredda, per ora, ma con evidenti segni di rottura emersi in seguito al respingimento di Google Voice da parte dell’App Store di Cupertino.
La prima reazione di Google era stata relativamente composta: «Lavoriamo sodo per portare le applicazioni di Google su diverse piattaforme, incluso l’iPhone. Apple non ha approvato l’applicazione con Google Voice da noi proposta sei settimane fa per l’App Store. Continueremo a lavorare per portare i nostri servizi agli utenti dell’iPhone, per esempio sfruttando i progressi nei browser per dispositivi mobili». Apple, però, aveva risposto tentando di aggirare i sospetti: Google Voice non era stato respinto, ma aveva soltanto incoraggiato nuovi approfondimenti. Non si trattava insomma di un respingimento, ma di un semplice rinvio nel tempo.
La Federal Communications Commission non ha gradito quanto successo e si è affrettata a chiedere chiarimenti. Mentre Apple sminuiva i problemi, AT&T se ne tirava fuori scaricando ogni responsabilità. La risposta di Google, invece, è emersa nel weekend e rischia di far deflagrare la tensione accumulata: Apple avrebbe mentito e Google Voice sarebbe stato invece ad ogni effetto rimandato al mittente. Il documento è disponibile online e descrive il susseguirsi dei contatti tra i rispettivi responsabili Alan Eustace e Phil Schiller.
Secondo la documentazione fornita da Google, Phil Schiller avrebbe espressamente spiegato il respingimento di Google Voice in quanto applicazione che va a sovrapporre le facoltà “core” del telefonino Apple (telefonate ed SMS in primis). Un iPhone con Google Voice non sarebbe pertanto ipotizzabile ed una telefonata comproverebbe l’effettiva chiusura di Cupertino alla proposta.
Google mette Apple con le spalle al muro. Per Cupertino non sarà facile svincolarsi da questa scomoda posizione, ed al momento l’azienda si limita alle dichiarazioni di Natalie Kerris nelle quali si ribadisce quanto ufficialmente indicato in precedenza: Google Voice non è stata bocciata, ma è ancora in valutazione. La FCC ha ora in mano tutto per poter procedere e si farà carico di regolare l’alta tensione improvvisamente accumulatasi tra le due aziende. Il tutto, forse non per caso, a breve distanza dall’addio di Eric Schmidt dal board di Cupertino.