Tutto rinviato. Come espressamente richiesto da Authors Guild, Association of American Publishers e Google, la scadenza del 7 Ottobre è stata annullata e la Corte lascerà alle parti più tempo per poter discutere i termini di un accordo che porrebbe fine alla class action formulata nel 2005 contro il servizio Google Books.
La scelta era nell’aria, poichè di convenienza per tutte le parti in causa. Se in ballo v’erano forti rischi, infatti, sul tavolo delle trattative era in gioco anche una grandissima opportunità coinvolgente ogni singolo attore. Per gli autori, infatti, Google mette a disposizione un introito altrimenti non ottenibile; per Google v’è la possibilità di allungare le mani su un mercato di grandi promesse; per gli Stati Uniti v’è la possibilità di sbloccare un grande valore tanto culturale quanto economico. Per il giudice, infine, c’è la possibilità di spostare nel tempo la propria sofferta sentenza nella speranza che l’accordo possa essere firmato con mutua soddisfazione, alleggerendo così la Corte di ogni responsabilità.
Il rinvio era stato richiesto nei giorni scorsi dall’accusa, apportando nello stesso documento anche l’opinione condivisa della difesa: «In breve, sia il Governo degli Stati Uniti che le parti in causa sono d’accordo: […] nessuno vuole perdere questa opportunità. Le parti sono impegnate nel portare avanti rapidamente la discussione con il DOJ. È chiaro, però, che la complessità della questione preclude alla possibilità di un accordo entro il 7 Ottobre». Tutti volevano il rinvio e, come previsto, il rinvio è stato accordato.
Il giudice Denny Chin ha motivato la propria decisione con la logica: inutile trovarsi a discutere del vecchio accordo proposto, perchè la realtà è quella di un nuovo accordo in fase di formulazione. Discutere di una bozza ormai in archivio, quindi, sarebbe soltanto una perdita di tempo. Il giudice, però, ha confermato comunque le convocazioni del 7 Ottobre: la Corte vuole che le parti siano presenti per avere un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori e sulla direzione che stanno prendendo le trattative. Dopodiché, presumibilmente, verrà fissata una nuova scadenza entro la quale la proposta di accordo dovrà essere presentata alla Corte ed a tutti i detrattori fattisi avanti in queste settimane di tensione.