Nel corso dell’IDF di San Francisco Intel ha illustrato i dettagli sulle piattaforme presenti e future nei settori desktop, mobile e server, mercati in cui possiede già una presenza quasi monopolistica.
Ma c’è un settore in cui il chipmaker di Santa Clara non è ancora riuscito a far valere la sua potenza commerciale: quello dei dispositivi mobile (MID, PDA e smartphone). Il compito di togliere quote di mercato ad ARM sarà affidato alla piattaforma Moorestown.
Moorestown rappresenta l’evoluzione di Menlow ed è costituita da tre componenti principali: il SoC (System-on-Chip) Lincroft, prodotto a 45 nanometri; il chip per la gestione dell’I/O Langwell, realizzato a 65 nanometri; Evans Peak, chip dedicato alle comunicazioni wireless.
Lincroft integra il core Atom, il core grafico 2D/3D, il controller di memoria DDR2 e una sezione per l’accelerazione in hardware della codifica e decodifica video. Langwell, invece, si occupa della gestione dell’audio oltre ad integrare i controller NAND e USB, mentre Evans Peak permette di effettuare connessioni WiFi, WiMax, Bluetooth e GPS.
Completano la piattaforma altri due chip secondari, ma importanti per le funzionalità di un dispositivo portatile: un modulo per l’accesso alle reti 3G e Briertown, un MSIC (Mixed Signal Integrated Circuit) che si occupa della carica intelligente della batteria, della gestione del display touchscreen, oltre ad integrare la circuiteria di controllo per la tecnologia Distributed Power Gating.
Quest’ultima consente di spegnere selettivamente parti del SoC Lincroft, abilitando di volta in volta solo quelle necessarie, con un consumo in idle prossimo allo zero e aumentando quindi la durata della batteria.
Saranno infine implementate tre tecnologie: HyperThreading, Burst Performance e Bus Turbo Mode. La prima è già nota in quanto presente nei processori desktop e notebook; Burst Performance incrementa la frequenza quando necessario, senza incidere eccessivamente su temperatura e consumi; Bus Turbo Mode, infine, aumenta la larghezza di banda del bus di memoria, riducendo la latenza quando la CPU opera in modalità Burst Performance.
L’obiettivo di Intel è raggiungere livelli di autonomia elevati senza sacrificare le prstazioni, utilizzando gli stessi sistemi operativi (Moblin e Windows) su tutti i dispositivi (netbook, MID e smartphone).