Una nuova ipotesi circonda Skype: la possibile acquisizione di Gizmo. Trattasi di un rumor con una base logica importante, ma al momento non sussistono conferme. L’ipotesi giunge però da TechCrunch, fonte spesso ben informata su questo tipo di dinamiche, e la formulazione nasce a sua volta da una serie di indizi provenienti da fonti anonime vicine alle due aziende.
L’operazione, sebbene ancor lungi dal potersi concludere, avrebbe già anche una sorta di quantificazione economica: 50 milioni di dollari. TechCrunch ricorda come ad oggi Gizmo abbia raccolto fondi per 6 milioni e che il gruppo sia nelle mani di Michael Robertson (ex-Lindows, ex-MP3.com). Dietro alla volontà di acquisire il servizio rivale, però, non ci sarebbe un timore concorrenziale né la volontà di acquisire nuove fette di mercato: il problema, invece, nasce dalla spada di Damocle che pesa sul cuore di Skype e per la quale si potrebbe trovare una risoluzione proprio partendo dall’esperienza Gizmo.
In breve: Skype funziona sulla base di un processo P2P che fa leva su di un servizio esterno tutelato da proprietà intellettuale Joltid. Quest’ultima è controllata da Niklas Zennstrom e Janus Friis, coppia originariamente fondatrice di Skype ed oggi prima rivale del gruppo dopo aver perduto il treno per il riacquisto della titolarità sull’azienda. In assenza di accordi con la Joltid, il cuore di Skype è in pericolo poiché risulta impossibile ad oggi trovare una tecnologia in grado di sostituire le funzioni della Joltid senza che venga violata la proprietà intellettuale della Joltid stessa.
La prima soluzione ipotizzata è nello sviluppo di una soluzione proprietaria, ma trattasi di un progetto difficile da portare avanti. L’esperimento “Gecko” è in cantiere e Skype avrebbe già assunto fior di sviluppatori per ottimizzare le procedure, ma sembra sussistere il timore di non poter giungere all’obiettivo in tempo. Spunta così la seconda ipotesi: Gizmo ha oggi 6 milioni di utenti, anni di esperienza alle spalle ed una certa solidità a proprio credito. Gizmo potrebbe possedere le tecnologie e l’esperienza necessarie per aiutare Skype a superare l’ostacolo. Curioso il destino di Skype: da una parte vi sono i fondatori di Kazaa, dall’altra il fondatore di MP3.com: in entrambi i casi la matrice comune è quella musicale, ma il discorso verte oggi completamente su questioni economiche, tecniche e legali. Nessun commento da parte di Skype, al momento, né alcun cenno sul “Michael’s Minute” con cui Michael Robertson informa notoriamente delle proprie iniziative di mercato.
L’ipotesi sembra comunque godere di un certo credito. Con Gizmo, Skype troverebbe nuove sinergie con il protocollo SIP e potrebbe presumibilmente cambiare il proprio DNA per evitare uno scontro suicida con la Joltid. Con Gizmo dalla propria parte, inoltre, è ipotizzabile anche una leva contrattuale maggiore che potrebbe costringere Zennstrom e Friis a mollare la presa (senza la partnership con Skype, del valore del brevetto Joltid rimarrebbe poco o nulla). L’alveo delle ipotesi si ferma a questo stadio (già di per sé sufficientemente aleatorio), in attesa di nuove conferme. Ma, in assenza di smentite, la conversione di Skype sembra potersi configurare come un passo serio e praticabile.
Nel frattempo spuntano dichiarazioni di circostanza da parte di Josh Silverman, CEO Skype, il quale ha ignorato il problema sottolineando le ambizioni portate nel gruppo dalla nuova proprietà. Secondo quanto raccolto da Reuters, «la compagnia di telefonia su Internet, Skype, il prossimo anno si concentrerà sull’espansione del settore mobile e corporate».
In mezzo c’è solo un ostacolo: Joltid. Ma da oggi c’è anche una nuova ipotesi per superarlo: Gizmo5.