Italiani popolo di “santi, poeti e navigatori”, così afferma un vecchio detto popolare che cerca di descrivere con poche e semplici parole lo spirito e le attitudini della gente italica.
Un detto che forse, in epoca moderna, sembra non essere proprio aderente alla realtà e probabilmente andrebbe anche modificato. Già, perché secondo quanto emerge da un’indagine svolta da Pragma per conto dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr grazie a ben 2.150 interviste rivolte ad aziende, utenti privati e opinion leader, non sembra proprio che gli italiani siano un popolo di “navigatori”, non nel senso in cui questo termine viene usato nel moderno linguaggio digitale almeno.
I navigatori del Web del Belpaese sarebbero infatti solo il 52,6 % dell’intera popolazione, con discrepanze per quanto riguarda le fasce più scolarizzate, solitamente più “aperte” alle nuove tecnologie, e anche tra uomini e donne, con i primi che dimostrano di apprezzare maggiormente Internet.
Si nota così come il Paese mostri due facce della stessa medaglia: c’è una metà (o poco più) al passo con i tempi che dichiara di utilizzare frequentemente il Web, mentre c’è un’altra metà (o poco meno) che non conosce o comunque non è avvezza all’utilizzo dei nuovi strumenti che Internet mette a disposizione.
Più alti invece i numeri che riguardano l’uso del Web presso le aziende, con percentuali che arrivano al 66,8 % del totale, mostrando quindi come in ambito aziendale Internet abbia una migliore diffusione, seppur, anche qui, si notino alcune divergenze tra piccole e medie imprese e tra nord e sud, con le aziende settentrionali che sembrano essere maggiormente legate alla rete rispetto a quelle del resto d’Italia.
Decisamente più alte invece le percentuali di navigatori tra i cosiddetti opinion leader, ovvero personalità di spicco individuate tra giornalisti, funzionari pubblici, parlamentari ed esponenti del mondo della cultura: tra questi infatti utilizza Internet la quasi totalità degli intervistati (il 98,7%), dimostrando di privilegiare la Rete principalmente per lo scambio di informazioni.
Informazioni che sono l’oggetto più ricercato anche da chi si collega a Internet in ambito privato (45,1%), seguite poi dalla lettura delle email (37,5%), dal lavoro (36,3%), dall’intrattenimento in generale (27%), dalla socializzazione (23,6%) e dallo studio (12,6%).
L’indagine pone infine uno sguardo sulla distribuzione dei domini di proprietà delle aziende, mostrando come l’84,4% di esse ne possieda uno e come, in generale, l’idea di Internet sia associata, nella mente degli intervistati, ai domini con suffisso “.it”.
E proprio per incentivare la diffusione di domini con questo suffisso Registro.it sta per lanciare una campagna, attiva presso 3.000 scuole superiori, che offrirà dei giochi interattivi online per far comprendere l’importanza di un sito con un dominio di questo tipo.