Un errore, o un accenno volutamente velato, o forse un modo per anticipare i tempi e confermare i rumor. Quel che si sa è che il New York Times sta lavorando per portare i propri contenuti sul tablet Apple; quel che si evince, è che il tablet Apple sia a questo punto davvero imminente.
È tutto al minuto 8.30 del video, quando si fa esplicito riferimento ad un «impending Apple slate» non meglio approfondito.
Lo speech è quello di Bill Keller, Executive Editor del New York Times, in occasione di un meeting organizzato dal Neiman Journalism Lab. Keller ha ammesso di leggere le news online con sempre maggior frequenza, ha spiegato come i giornali debbano aprirsi a nuove forme di prodotto adatte a giungere sui nuovi media ed in mobilità, ed infine ha espressamente parlato di “iPhone”, di un imminente “Apple slate”, o di “qualsiasi cosa venga in seguito”. Una volta giunto online, il filmato è diventato una sorta di pistola fumante ad indicazione del fatto che l’anti-Kindle con la mela potrebbe presto essere a disposizione.
I rumor si susseguono ora sul nome, perchè non è chiaro se l’indicazione di Keller fosse generica o specifica. L’ipotesi, cioè, è che il device possa in effetti chiamarsi Apple Slate, o iSlate, definendo meglio quello che fino ad oggi è stato genericamente indicato come “Apple Tablet”.
Il rumor matura su di una notizia inavvertitamente giunta al pubblico, ma probabile conferma della “next big thing” di Cupertino. Con uno “Slate” sul mercato, infatti, il gruppo potrebbe mettere le mani sul promettente ambito dei supporti digitali e l’editoria in difficoltà potrebbe trovare in Apple un nuovo fondamentale mercato per la distribuzione dei contenuti. In ballo c’è una nuova gallina dalle uova d’oro e gruppi quali Microsoft e Google sono già pronti con offerte proprie nel ramo. Apple parte da una eredità di tutto pregio: l’iPhone. Google, dalla sua, ha Android, Google News e Google Editions. Microsoft ha quanto necessario per chiudere rapidamente il gap. Kindle è già in pista da tempo, ma ha puntato per ora tutto sui libri e meno sull’informazione. Il 2010, insomma, potrebbe essere l’anno della svolta e a chi produce informazione non resterà che adattare il proprio modello di business per non perdere la grande occasione in arrivo.