Il Ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola non si tira indietro e torna a ribadire l’estrema promessa: entro fine anno bisognerà dare il via ai lavori per la Banda Larga in Italia. Le parole di Scajola sembrano raggiungere l’approvazione generale, pur fermandosi sullo scoglio della realizzabilità. Ma Scajola prosegue con determinazione: si può fare, si deve fare, si farà.
In una nuova intervista a SkyTg24, Scajola ha così espresso il proprio convincimento: «Riteniamo che sia un investimento prioritario, al pari delle infrastrutture materiali. […] Il presidente (Silvio) Berlusconi ne è convinto e io sono convinto che entro la fine dell’anno porteremo in approvazione e finanzieremo la banda larga nel nostro paese. […] Non c’è mai stata nessuna difficoltà da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma soltanto lo studio della formula migliore nel quadro delle priorità imposte dall’attuale situazione».
Le promesse che il Ministro Brunetta aveva affidato a Webnews nelle settimane scorse trovano in Scajola un punto di appoggio fondamentale dopo che le parole di Gianni Letta ne avevano affossata la fattibilità. Scajola vede nell’intervento, soprattutto, una misura anti-ciclica in grado di dare immediatamente lavoro a decine di migliaia di persone su almeno 30.000 cantieri che possono essere avviati nel breve periodo. «Senza banda larga non c’è futuro, è come se nel 1960 non avessimo fatto l’Autostrada del Sole. È fondamentale per far parlare tra di loro le imprese, i giovani, il nuovo mercato che si svolge attraverso un Internet veloce. Troppe parti del nostro paese sono ancora scoperte. Noi riteniamo che sia un investimento prioritario da portare avanti al pari delle infrastrutture materiali, strade, ferrovie e altro». Tempi? La promessa è quella di sbloccare la situazione già entro la fine dell’anno: «il dossier banda larga riguarda una scelta strategica e come tale sarà valutato da Palazzo Chigi, dopo l’esame tecnico del Cipe».
Il quadro appare quello di un Governo che ha ormai ben inquadrato l’importanza del momento, ma ancora non è unanime la scala di priorità per poter mettere la Banda Larga al centro di tutto. Per questo la battuta del Ministro Brunetta è la chiave interpretativa migliore: «Tremonti ha una visione ancora preoccupata della crisi, e fa bene. Però di preoccupazione si può anche morire». Chi chiede coraggio da una parte, chi invoca prudenza dall’altra.
Interessante in tal senso anche il punto di vista di Google Italia: il gruppo è infatti sceso in campo per porre uno sprone ulteriore al mondo politico, invocando una maggior intraprendenza e rimarcando ancora una volta l’assoluta centralità degli investimenti per il broadband nel nostro paese. Spiega Marco Pancini, European Policy Counsel Google, in un apposito post: «Le dichiarazioni del Ministro Scajola sui fondi da destinare alla banda larga hanno creato molta sorpresa. Eppure l’Italia è in cronico ritardo per quello che riguarda la diffusione delle tecnologie di connessione ad alta velocità, lo dicono da tempo i numeri (siamo sotto di due punti rispetto alla media europea per quello che riguarda la diffusione di Internet veloce) e vmolto probabilmente gli investimenti previsti non riusciranno a colmare il divario (se pensiamo che il fondo stanziato dovrebbe essere di 800 milioni di Euro a fronte dei 10 miliardi che la Francia investirà nei prossimi anni). […] il problema non è (solo) quanti soldi investire nella banda larga. L’Italia, per sostenere le sfide della globalizzazione, deve avere un progetto coerente di rinnovamento basato su priorità che liberino energie per lo sviluppo. […] La politica industriale e normativa deve essere finalizzata ad ottenere la massima diffusione possibile della banda larga, in quanto quest’ultima è uno dei principali fattori di crescita economica del Paese»