Brunetta, siamo sotto attacco cracker

Secondo Renato Brunetta, il nuovo sito che intende mettere in contatto i cittadini e la cosiddetta Riforma Brunetta è stato affondato da un attacco cracker. Migliaia di contatti hanno fermato il portale: è scattata la denuncia ed il sito rimane offline
Brunetta, siamo sotto attacco cracker
Secondo Renato Brunetta, il nuovo sito che intende mettere in contatto i cittadini e la cosiddetta Riforma Brunetta è stato affondato da un attacco cracker. Migliaia di contatti hanno fermato il portale: è scattata la denuncia ed il sito rimane offline

Nella giornata di ieri è stato lanciato il sito che intende mettere in contatto diretto il cittadino italiano e le novità della cosiddetta “Riforma Brunetta”. RiformaBrunetta.it, però, non ha vissuto grande gloria ed è risultato inaccessibile fin dall’inizio. Un messaggio di errore si è presentato già nei giorni precedenti all’avvio delle operazioni ed in seguito alla presentazione con tanto di conferenza stampa l’accesso al sito è stato limitato alla homepage ed a infiniti tempi di caricamento. A distanza di poche ore una prima spiegazione: tutta colpa dei cracker.

«Nella sua prima ora di vita il Portale della Riforma Brunetta, presentato questa mattina a mezzogiorno a Palazzo Chigi, aveva ottenuto un successo davvero inatteso: più di 20mila utenti unici si erano infatti collegati alle sue pagine per scoprire nel dettaglio caratteristiche e finalità della prima grande riforma strutturale di questa legislatura». Così il sito del Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione enuncia il successo dell’esordio. Successo che, però, sfuma in seguito nel blocco del sito.

«A partire dall’una del pomeriggio il sito è stato infatti attaccato senza sosta da un gruppo nutrito di cracker (quella particolare categoria di hacker che mira a distruggere o comunque a rendere inagibile un determinato sito Internet) e ancora adesso i tecnici informatici di Palazzo Vidoni sono al lavoro per garantire nel più breve tempo possibile il ripristino delle funzionalità del Portale. Sulla vicenda il ministro Renato Brunetta ha annunciato una circostanziata denuncia alla Polizia postale».

La spiegazione dell’origine della disfunzione è da attribuirsi esclusivamente alle parole del ministero e del tutto non è stata data ulteriore conferma successiva. Il sito è stato infatti in difficoltà fin dai primissimi minuti e non è chiaro se il motivo sia specificatamente in «migliaia di contatti» provenienti da bot o se altri problemi abbiano contribuito all’affossamento. Se di attacco DDoS si è trattato, al momento non si registra comunque alcuna rivendicazione. Ed il sito rimane offline.

Update
Con linguaggio “colorito” il Ministero informa che il portale della Riforma Brunetta è tornato online dopo ore di battaglia contro un non meglio identificato nemico “fannullone”:

«Il portale della Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione è un fatto inedito nella vita pubblica italiana. Per la prima volta, infatti, un sito Internet è un elemento qualificante di una riforma strutturale dello Stato poiché consentirà a cittadini, pubblici dipendenti e imprese non solo di conoscere e dibattere i diversi aspetti della riforma della Pubblica Amministrazione ma anche di monitorarne in tempo reale l’implementazione.

Per questo motivo il massiccio attacco di cracker che ieri lo ha reso inagibile appena un’ora dopo la sua inaugurazione (quando già 20mila utenti unici lo avevano consultato) non deve essere considerato un divertimento o una goliardata. Con il loro teppismo informatico, i “fannulloni” che si oppongono alla riforma Brunetta hanno in realtà compiuto un atto di stampo oscurantista. Questo portale serve per comunicare e per aprire l’amministrazione ai cittadini: attaccarlo vuol dire negare il diritto alla conoscenza e violare quei principi di libertà, accessibilità e trasparenza che la Rete da sempre fa propri.

Da questa mattina il portale www.riformabrunetta.it è comunque tornato in perfetta efficienza. I cracker – che peraltro ringraziamo per aver garantito ancora più pubblicità alla nostra iniziativa – hanno quindi perso la loro scommessa. In fondo non si tratta di una notizia: i “fannulloni”, infatti, perdono sempre».

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