Apple e Google sono stati partner fedeli fin quanto i due percorsi non si sono inevitabilmente incrociati. Le due strade si sono sovrapposte sul mobile, ove Android ha lanciato la sfida all’iPhone e le parti hanno dovuto convenire sul fatto che occorreva anche separare definitivamente i rispettivi Board eliminando gli elementi in comune e sancendo una separazione effettiva e completa. Ora che le parti sono su due fronti avversi, iniziano anche i primi sgambetti, ed il primo vincitore sembra essere stato Google.
Secondo quanto trapelato da poche ore, infatti, ci sarebbe un interessante retroscena nell’operazione che ha portato AdMob sotto la proprietà di Mountain View. Pochi giorni prima rispetto all’offerta Google, infatti, Apple avrebbe mosso le proprie pedine per avvicinare il management AdMob ed ipotizzare una transazione verso Cupertino. Nessuna delle parti in causa commenta ora tale ipotesi ed è pertanto difficile sapere come sia proseguita la trattativa, ma quel che è chiaro è che Google si sarebbe intromessa portando via AdMob da Apple a suon di milioni di dollari. La velocità dell’operazione sarebbe la chiave di volta: Google aveva la necessità di non dilungare le operazioni per anticipare la concorrenza da una parte, e per monetizzare presto e senza lo sviluppo di un apposito ramo aziendale dall’altra.
L’operazione è stata valutata 750 milioni di dollari, cifra che sia Google che Apple possono agevolmente concedersi in virtù del grande quantitativo di risparmio “cash” a disposizione. Apple si sarebbe mossa peraltro con fare difensivo, poiché sussisteva il pericolo che Google, facendo propria AdMob, potesse fare un ulteriore passo avanti in quello che Apple oggi considera parte integrante del proprio core business. Il quadro avrebbe in effetti preso forma a pochi giorni di distanza ed ora Google sta per riformulare le proprie idee per l’advertising mobile portando AdMob all’interno della propria variegata offerta dedicata.
All Things Digital nota come Apple abbia dalla propria parte un brevetto (pdf) utile per l’inserimento di advertising all’interno di un sistema operativo, il che suggerirebbe la possibilità di vedere una eventuale formula per l’avertising giungere sull’iPhone ad ulteriore margine di guadagno per le casse di Cupertino. Se l’intero quadro fosse confermato, difficilmente Apple potrebbe ora rinunciare ai propri piani e si potrebbe configurare la possibilità di ulteriori operazioni di acquisto concorrente per portare anche tra le mani di Steve Jobs un’arma strategica in tema di advertising in mobilità.
Google ha acquistato AdMob; Microsoft sta sviluppando le proprie soluzioni; Nokia ha rilevato Enpocket. Il quadro è quasi completo, ma nel frattempo Google sta già muovendo le proprie pedine: AdMob ha appena annunciato un nuovo formato per l’advertising su iPhone basato sulla riproduzione video e sul click per l’acquisto o l’approfondimento dell’annuncio visualizzato