«Anche le aree rurali italiane potranno presto contare su servizi internet ad alta velocità, grazie al progetto “Banda larga nelle aree rurali“, predisposto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e notificato alla Direzione Concorrenza della Commissione Europea»: l’annuncio giunge con un comunicato del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Il digital divide italiano emerge con particolare forza proprio nelle aree rurali, quelle ove la densità della popolazione (e della domanda) è relativamente scarsa e dove tanto l’incumbent quanto la concorrenza non hanno trovato interesse nell’investimento. Di qui le dichiarazioni di giubilo del Ministro Luca Zaia, il quale grazie al progetto formulato potrà stanziare 154 milioni di euro allo scopo: ««Sono molto soddisfatto di poter contribuire all’abbattimento del divario digitale nelle aree più marginali del nostro Paese, dove le condizioni geo-morfologiche particolarmente difficili, l’eccessiva dispersione della popolazione ed i costi di infrastrutturazione troppo elevati, costituiscono un oggettivo ostacolo alla diffusione, in maniera uniforme, della banda larga e delle più moderne tecnologie di telecomunicazione. Internet veloce è ormai diventato uno strumento imprescindibile per la crescita, la diversificazione e lo sviluppo delle economie delle aree rurali, e per la riduzione dell’isolamento fisico e geografico delle popolazioni residenti in queste zone».
I lavori prenderanno piede nell’ambito dei Programmi regionali di Sviluppo Rurale 2007-2013 e saranno in parte cofinanziati dall’Unione Europea (93 milioni all’UE, garantiti peraltro già nell’intervista concessaci da Viviane Reding, oltre a 61 milioni di fondi nazionali): «In risposta all’obiettivo comunitario che prevede l’estensione della rete internet ad alta velocità a tutti i cittadini entro il 2010 e, quindi, il superamento del divario digitale infrastrutturale presente nei territori rurali, il Mipaaf ha promosso l’inserimento nel Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale e nei PSR regionali, di una misura di intervento “ad hoc”, destinata alle aree rurali più marginali, definite anche a fallimento di mercato (con una densità di popolazione inferiore ai 150 abitanti per chilometro quadrato)».
Trattasi di fondi di particolare importanza poiché andranno a portare nuove opportunità ove più l’intervento può avere efficacia: portare banda larga in località isolate o comunque disagiate significa infatti trattenere le nuove generazioni, offrire servizi con una rapidità che il territorio nega, mantenere comunicazioni e favorire un omogeneo sviluppo culturale. Il particolare territorio italiano, con la sua peculiare storia e la sua disomogenea distribuzione di popolazione e centri abitati, ha isolato grandi patrimoni territoriali in zone a bassa densità di popolazione, scarsamente controllate e prive dei servizi minimi per incoraggiare le nuove leve ad investire: i fondi dell’UE potranno offrire una speranza a molte zone, la quale arriverà assieme ai bit della banda larga e nel contesto di un paese nel quale il digital divide è ancora il primo dei problemi nella propagazione della cultura digitale. Il tutto, peraltro, offrendo una risposta anche al ministro Brambilla, la quale solo nei giorni scorsi ricordava come la Rete sia oggi un elemento fondamentale per l’offerta turistica del paese (il che è vero, a maggior ragione, in quelle aree rurali rappresentanti una forte attrattiva per i flussi dall’estero).
Chiosa Zaia, invitando i colleghi a spingere sull’accelleratore: «Il mio auspicio è che tali interventi costituiscano soltanto l’avvio del più ampio ed ambizioso programma, senza la cui realizzazione, gli stessi interventi rurali che abbiamo fortemente voluto, perderebbero di efficacia.