A pochi giorni dalla proposta del Nobel per la Pace a Internet, Maroni sostiene che la Rete sia oggi un canale importante di reclutamento, finanziamento ed organizzazione per le cellule terroristiche.
A prescindere dalla bontà delle accuse, delle proposte di censura e di ogni altro discorso derivante, a proporsi con forza è l’interrogativo suggerito solo pochi giorni or sono: come è possibile difendere la rete dalle sue colpe, quando al tempo stesso se ne vogliono premiare i meriti?
Internet è uno strumento, ed occorre difenderlo in quanto tale: senza colpa e senza merito, senza lode e senza infamia. La sua neutralità va difesa a spada tratta in quanto tale, poiché non determina alcun atteggiamento ed anzi ne è soltanto mezzo ed espressione. Premiare la Rete e promuovere la Rete non sono pertanto percorsi che vanno nella medesima direzione.
A distanza di pochi giorni già ci sono argomenti probanti per dimostrare le tesi portate avanti nei giorni scorsi. Per questo si è scelto in piena coscienza di non supportare l’iniziativa: difendere la Rete impone un approccio quanto più equilibrato possibile, soprattutto in un paese come l’Italia ove l’equilibrio è una virtù usata con eccessiva parsimonia.