Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni torna su un suo vecchio cavallo di battaglia: la censura del terrorismo in Rete. Maroni ha già in passato espresso la propria opinione in merito, chiedendo che il web si doti degli strumenti necessari per fermare chirurgicamente i siti che portano online posizioni estreme. La sua è una battaglia non nuova (aveva peraltro imposto anche a Skype misure atte a favorire le intercettazioni), ma in questo caso portata avanti sotto le vesti di Ministro della Repubblica.
«Abbiamo deciso di unire i nostri sforzi per prevenire il fenomeno della radicalizzazione e ostacolare con determinazione il processo di radicalizzazione e di reclutamento che sono due fasi di un unico percorso. E abbiamo deciso di intensificare gli sforzi per prevenire e impedire l’uso a fini terroristici delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione tra cui Internet, e per quest’ultimo strumento impedire la presenza di siti che fanno apologia del terrorismo e la fruizione e diffusione telematica di documenti audio e video di natura estremista»: così Maroni a Venezia in occasione della Conferenza dei Paesi del Mediterraneo Occidentale.
Il discorso di Maroni è vasto ed incentrato a tutto tondo sulla battaglia al terrorismo. Internet, però, è vista come una delle espressioni e delle fonti da soffocare. In Rete, però, i problemi sono più complessi rispetto ad altre realtà, poiché la censura è realizzata al costo di un sacrificio delle libertà altrui ed un giusto equilibrio è difficile da realizzarsi. L’intervento è basato su di un semplice cenno generale, senza specifiche, ed un giudizio sostanziale non può pertanto essere formulato.
Secondo Maroni, l’interruzione dei canali di comunicazione digitali porrebbe un freno fondamentale «alla diffusione dell’ideologia terrorista, al reclutamento e alla raccolta dei finanziamenti». Maroni avrà il dovere di spiegare il modo con cui intende raggiungere l’obiettivo, poiché è in questo passaggio la chiave di interpretazione del tutto. Dalle dichiarazioni si evince però che Internet è visto come un elemento di battaglia centrale, sul quale il terrorismo fa pesantemente leva. Alla luce delle proposte di Nobel alla Rete degli ultimi giorni, una approfondita riflessione si rende pertanto necessaria.