Leggerne la definizione su Wikipedia è un semplice esercizio di memoria, poiché tutto è improvvisamente cambiato. «Mininova è un contenitore e motore di ricerca per diverse tipologie di file .torrent e rappresenta ormai uno dei più grandi torrent finder di internet. […] I visitatori di Mininova possono caricare anonimamente file torrent sul sito, utilizzando qualsiasi BitTorrent Tracker. Mininova non ammette però il caricamento di pornografia. Per chi viola tale regola, Mininova procede con la registrazione dell’indirizzo IP del violatore che a questo punto non avrà più la possibilità di caricare alcun tipo di file. Molti dei torrent distribuiti sono collegamenti per contenuti protetti dal diritto d’autore». Mininova, però, da oggi non è più il Mininova di ieri. Questo perché da poche ore è avvenuto un cambio radicale, probabilmente una svolta definitiva.
La caduta di Suprnova aveva lasciato un ampio spazio nel mondo dei torrent. Mininova si era imposta sulla concorrenza riuscendo ad assurgere a riferimento di massima rilevanza, fino ai problemi legali che ne hanno avviato il percorso verso la delibera finale. Per ottemperare alle imposizioni di una Corte tedesca, infatti, i curatori del sito hanno cancellato ogni contenuto illegale dal motore, così come annunciato ufficialmente sul blog del servizio: «Oggi è un giorno importante nella storia di Mininova. Da oggi in poi limiteremo Mininova.org al nostro servizio Content Distribution. Così facendo, ottempereremo alle decisioni della Corte di Utrecht dello scorso Agosto». Mininova, quindi, cancella il proprio lato illegale e tiene in vita soltanto il servizio di distribuzione per contenuti legali, qualcosa in grado di offrire importante audience ai produttori interessati – poco meno di 50 milioni di utenti – ma difficilmente in grado di proseguire nel tempo con medesimo successo di pubblico (ove il P2P era una attrattiva, i grandi numeri rappresentavano anche una opportunità).
Continua il post: «sfortunatamente la decisione della Corte non ci ha lasciato altra opzione che portare la nostra piattaforma offline, eccetto il servizio Content Distribution. Secondo il verdetto, dovremmo prevenire l’upload di torrent su Mininova che fanno riferimento a certi titoli […]. Abbiamo testato alcuni sistemi di filtro nelle scorse settimane, ma abbiamo scoperto che è tecnicamente impossbile implementare un servizio che funzioni al 100%». Senza filtro, non sussiste la certezza legale di poter proseguire su di una base sicura: per questo motivo il team ha intrapreso la decisione più gravosa e radicale, cambiando del tutto il DNA del servizio.
«Abbiamo deciso che l’unica opzione è quella di limitare Mininova ai torrent Content Distribution per ora. Ma stiamo ancora considerando la possibilità di ricorrere in appello»: le speranze di Mininova rimangono appese a questa frase. Il sito continuerà pertanto con le proprie attività, e nel post il team ricorda quanto di buono sia stato compiuto per distribuire gratuitamente prodotti di vario tipo a milioni di persone. In attesa di capire come e se Mininova potrà un giorno tornare sui propri passi, c’è chi teorizza il fatto che il mondo del P2P tenda nel tempo non a scomparire, ma soltanto a disgregarsi per poi ricomporsi sotto altra forma e nuovi nomi. Così è stato dopo Napster, così è stato dopo Kazaa, così è stato dopo Suprnova. E già ci sono i candidati alla nuova successione: ISOHunt, UKNova, EZTV ed altri ancora.