Telecom Italia è pronta a portare nelle case degli italiani un piccolo cubo pieno di ambizioni. In questo cubo dovranno fluire contenuti ed interattività, e dovrà diventare l’hub fondamentale per l’intrattenimento legato allo schermo televisivo. Secondo quanto auspicato da Telecom Italia, il piccolo device dovrà diventare la terza dimensione della tv, creando così uno spazio all’interno del quale l’utente potrà personalizzare la propria esperienza di fruizione.
CuboVision è ad oggi semplicemente un nome nascosto dietro un sito statico privo di dettagli. Ma qualcosa può essere ricavato dai rumor in circolazione. Essenziale e chiara, ad esempio, l’indicazione di Stefano Quintarelli: «STB OTT con 0,5TB HDD». Sviluppa il concetto Massimo Cavazzini: «Telecom Italia sta lavorando da tempo ad una serie di device multimediali connessi, tra cui il CuboVision (il Set Top Box… STB appunto), la connected Tv (Over The Top Tv), un Tablet Pc e un connected e-reader sul modello Kindle. In particolare, CuboVision è un set top box, con hard disk da 500 GB, che supporta numerosi servizi video via Internet: una sorta di media center con cui usare video on demand (VoD), vedere la Tv via Internet (Web Tv), avere servizi personalizzati di informazione (MyMedia) e utilizzare il digitale terrestre interattivo (iDTT)».
Toni da svolta epocale da parte di Michele Ficara, presidente AssoDigitale: «in questo Cubo di Plastica, forse, una Telecom Italiana inizierà la rivoluzione. Si perderanno presto i contorni di come ci approvvigioniamo di contenuti, sia che avvenga con il Digitale terrestre, sia che avvenga tramite Iptv, sia che preferiamo le Webtv oppure youtube ed anche i propri contenuti familiari in locale. Il consumatore digitale non dovrà più porsi il problema di dove e come approvvigionarsi di contenuti ma solo decidere cosa e quando vedere un contenuto. Tutto ciò deve avvenire nella massima semplicità e libertà, senza vincoli tecnici e problematiche configurazioni: tutto con un semplice tocco di telecomando, ricerche tematiche comprese».
Le ambizioni del progetto nella sua complessità sono qualcosa che Telecom Italia coltiva da tempo e che andranno peraltro ora ripensate anche nell’ottica del malcelato interessamento di Mediaset per l’entrata nella proprietà dell’incumbent. Continua.
Era il 2006, ad esempio, quando il gruppo iniziò a teorizzare la cosiddetta “Dynamic Tv“: «Le attuali proposte di servizi televisivi digitali si sono orientate verso l’evoluzione dei paradigmi consolidati che hanno portato, da un lato, alla nascita delle televisioni sul web – fruibili attraverso il PC e da utenti fortementi interattivi – dall’altro a televisioni satellitari (Sky) e terrestri (IPTV e DTT) che, pur offrendo un vasto patrimonio contenutistico perpetuano modelli di interazione e navigazione classici. Si è dunque evidenziata la necessità di definire un nuovo mezzo di intrattenimento per la fruizione dei contenuti audiovisivi. Questo bisogno è confermato dalle attuali iniziative in fase di realizzazione quali Babelgum e Joost che, come Dynamic TV, ntendono scardinare gli attuali modelli di fruizionei sia delle televisioni interattive sia della navigazione nel Web». In questo passaggio v’è il primo vero ostacolo, poichè sono note ad oggi le difficoltà del modello preso ad esempio – Joost è già passato di mano, perdendo tutte le velleità sbandierate ai tempi del Venice Project.
Continuava quindi il documento: «Dynamic TV è progettata per consentire un’esperienza di inter-tainment (interaction and entertainment) in cui lo spettatore percepisce che i contenuti sono inseriti in una dimensione ulteriore rispetto quella della fruizione lineare, che acquisisce la terza dimensione di un ambiente multimediale personalizzato. La scelta di un programma di interesse si configura come esplorazione immersiva dello spazio, in cui i contenuti sono proposti in base anche alle caratteristiche personali degli utenti, avvicinandosi all’esperienza coinvolgente di fruizione di un videogioco e differenziandosi sempre più dallo scorrimento di un elenco di programmi o dalla lettura delle griglie dei palinsesti. […] La dimensione collettiva infatti è stato un elemento caratterizzante della televisione come mezzo di comunicazione di massa in quanto collante e aggregante sociale. L’aumento delle emittenti e la possibilità di fruire dei contenuti attraverso servizi di Video On Demand ha invece frammentato i palinsesti e privato il telespettatore di un riferimento socio-culturale. Una piattaforma con miriadi di contenuti televisivi rischia di essere percepita come un algido database avulso dal contesto storico e sociale. Integrare una dimensione di interazione interpersonale all’interno di Dynamic TV consente di “scaldare” (nel senso di arricchire di una dimensione umana) la piattaforma. […] Riassumendo, Dynamic TV si propone tra i suoi obiettivi, di definire un nuovo mezzo mediatico in cui lo spettatore possa vivere di volta in volta l’esperienza di intrattenimento ludico adeguata all’attitudine preponderante del momento: visione, navigazione/ricerca o partecipazione. Il fatto che tali attività siano disponibili in modo integrato semplifica il passaggio dall’una all’altra e ne favorisce la promozione reciproca».
Era il 2007 e Telecom preannunciava: «si stanno studiando le tecnologie abilitanti presentate nell’introduzione, in collaborazione con alcune prestigiose università italiane, e si sta definendo un’architettura end to
end per la piattaforma». L’architettura è pronta, l’hardware inizia a fare capolino: CuboVision, uno dei tasselli dell’ecosistema che Telecom Italia vorrebbe costruire sulla propria offerta di connettività, sembra ormai vicino a diventare realtà.