Non arrivava alle cronache del Web ormai da mesi, quando soltanto gravi vulnerabilità nella sicurezza del codice suggerivano di avvisare gli utenti utilizzanti in massa il servizio. ICQ (da “i seek you”) a suo tempo è stato un nome altisonante: impazzava in tutto il mondo con i suoi “cucù”, era la lepre della vecchia generazione degli instant messenger ed anche in Italia aveva grande seguito. Di tempo, però, ne è passato: nel frattempo sono arrivati nuovi servizi aggiuntivi, Windows Live Messenger ha conquistato la piazza, Yahoo Messenger ha contribuito ad accantonare ICQ e Skype ha inflitto la definitiva spallata. Oggi ICQ torna alle cronache, ma per una curiosa questione finanziaria. ICQ, infatti, è ora in vendita.
America OnLine è in piena ristrutturazione. Il recente spin-off da Time Warner ha riportato AOL ad essere quotata al NYSE ed ora il nuovo CEO Tim Armstrong sta cercando il modo di rifinanziare le attività del gruppo per conquistarsi la fiducia degli investitori. Il primo passaggio potrebbe essere nella cessione di alcuni asset facilmente monetizzabili, partendo anzitutto dalle proprietà meno legate al brand. ICQ sembra essere il primo della fila, ed una prima lista di acquirenti potrebbe già essere pronta a bussare alle porte di AOL.
Un nome, su tutti: Digital Sky Technologies. Il gruppo russo, già forte finanziatore delle attività di Facebook, potrebbe infatti mettere sul tavolo 300 milioni di dollari o poco meno per far propria ICQ (fu acquisita da AOL nel 1998 per 287 milioni). Prima della DST altri nomi avevano già fatto capolino, tra i quali Napster, Google e Skype: la prima non ha conferito cenni ulteriori, la seconda ha acquistato nel frattempo Gizmo e l’ultima è stata a sua volta ceduta per rilanciare le attività del gruppo facendo leva su un nuovo periodo di sviluppo. Sgombrato il campo, la Digital Sky Technologies sembra oggi essere rimasta l’unica possibile parte interessata.
AOL potrebbe inoltre cedere un asset ulteriore: Bebo. Schiacciato dal dominio incontrastabile di Facebook, il social network è cresciuto negli ultimi mesi ma vivendo sotto la minaccia di una utenza pronta a passare al versante concorrente alla prima occasione. Nella lunga distanza, insomma, il valore di Bebo sembra a rischio e la scommessa multimilionaria di AOL potrebbe ora essere meglio monetizzabile se ceduta al miglior offerente. L’ipotesi è in auge e la valutazione dovrebbe comunque essere al di sotto del valore di acquisto di 20 mesi or sono.