La vita del militare in missione può essere molto dura: non bastano i pericolosi incarichi in discutibili operazioni di pace, la lontananza da casa, le rigide regole delle caserme, ci si somma l’esclusione da tutto l’universo dello spettacolo cui giornalmente noi semplici cittadini possiamo usufruire. E questo dramma colpisce anche coloro la cui missione non è, in sé, particolarmente pericolosa.
Comprare un disco o andare al cinema possono essere comprensibilmente operazioni molto difficili; il problema sta nel fatto che spesso agli stessi PC del personale militare è vietato l’accesso ai servizi che potrebbero ovviare a questa mancanza.
Secondo quanto riporta Torrentfreak, all’interno di una base americana in Giappone sta scattando una specie di rivolta. Dopo mesi di pressione verso aziende come Amazon per sbloccare gli IP e permettere l’accesso ai loro servizi, i militari sono passati ad una sorta di “disobbedienza civile”: hanno comunicato che per protesta inizieranno a scaricare tramite BitTorrent quanto più materiale protetto da copyright potranno.
Le minacce di sanzioni per queste infrazioni del copyright sono arrivate molto più celermente che le risposte alle legittime richieste precedenti. Ad ogni modo i militari americani stanno continuando la loro protesta in maniera compatta, almeno stando a quanto riporta la fonte.
Certo non ci aspettavamo di trovarci di fronte dei soldati statunitensi in prima linea nell’uso di strumenti pirati, anche se con il nobile scopo di sbloccare gli accessi legali al consumo degli stessi prodotti scaricati. Ma a ben vedere, questa storia rispecchia semplicemente l’ottusità di molte aziende, oltre alla dipendenza di massa dallo spettacolo mediatico cui noi occidentali siamo ormai succubi.
Un’ultima notazione: ma quanto diminuirà la sicurezza informatica di quella base per l’uso massiccio di BitTorrent?