Amazon ha comunicato che, a partire dal prossimo 30 Giugno, gli editori avranno a disposizione un nuovo tipo di licenza con cui distribuire i propri libri digitali. L’obiettivo perseguito dal gruppo è un legame più solido con l’editoria tale per cui mentre da una mano si offre una maggior redditività sul venduto, dall’altra si impongono tutta una serie di restrizioni atte a plasmare in un certo modo il modello di business che circonda il Kindle. Il moltiplicarsi della concorrenza e l’arrivo sul mercato dei Tablet hanno probabilmente messo nuova pressione su Amazon, la quale gioca ora d’anticipo per far fruttare la propria rendita di posizione per dettare le regole del gioco al cospetto dei rivali che ambiscono al mercato originato proprio dalla nascita di Kindle.
Quello che Amazon offre agli editori è una licenza che non va a sostituire quelle esistenti, ma che vi si pone come possibile alternativa. Secondo questo nuovo tipo di offerta agli editori sarà possibile ottenere il 70% degli introiti al netto dei costi di spedizione del prodotto. Questi ultimi sono fissati in 0.15 dollaro per ogni MB (per un costo stimato di circa 0.06 dollari per ogni unità sulla base di una media di 368 KB totali). Ad oggi le licenze esistenti permettono agli editori di trattenere dal 7 al 15% sul costo di vendita di un libro cartaceo o il 25% sul netto per la vendita di libri digitali.
L’esempio fornito da Amazon per comporre un parallelo tra le due tipologie di licenza è del tutto chiaro: con le licenze odierne un libro venduto a 8.99 dollari porta all’editore 3.15 dollari di introito, mentre con la prossima licenza il ricavato dalla Kindle Digital Text Platform sarà di 6.25 dollari.
Un vantaggio di questo tipo, però, ha i suoi costi. Amazon, infatti, apre questa opportunità soltanto agli editori che vorranno attenersi ad un certo tipo di regolamento:
- Il prezzo di vendita dovrà essere compreso tra 2.99 e 9.99 dollari;
- Il prezzo di listino dovrà essere almeno del 20% più basso rispetto al prezzo minore disponibile per la stessa versione del contenuto in formato cartaceo;
- Il titolo dovrà essere disponibile alla vendita in qualsiasi zona su cui l’autore detenga il copyright sull’opera, senza restrizioni;
- Il titolo dovrà potersi adattare a tutta una serie di funzioni, quale ad esempio la text-to-speech, che Amazon andrà poco per volta ad includere all’interno del proprio Kindle Store;
- Il titolo dovrà essere distribuito al prezzo, o ad un prezzo inferiore, rispetto a qualsiasi offerta concorrente.
Amazon permetterà l’applicabilità della licenza a tutti i libri sotto copyright pubblicato dopo il 1923. Inizialmente l’opzione del 70% sarà disponibile soltanto per gli editori USA, in attesa di poter estendere l’offerta a tutti i paesi compresi nel mercato di distribuzione del lettore Kindle.
In parallelo Amazon muove le proprie pedine anche nel contesto della Open Book Alliance assieme a Microsoft e Yahoo. Quel che propone la Open Book Alliance (pdf) è la discussione presso il Congresso della proposta di Google per l’accordo con gli editori. L’associazione, infatti, da tempo sottolinea la necessità di evitare che sia una Corte a doversi pronunciare a proposito di un problema che ad ogni effetto va a cambiare il modo in cui gli Stati Uniti considerano il diritto d’autore. Google ha immediatamente bocciato la proposta della controparte.