Pochi giorni fa abbiamo riportato le dichiarazioni del cantante degli U2, Bono Vox, che auspicava delle iniziative per bloccare la pirateria, rea, a suo dire, di distruggere l’industria musicale. Questa posizione però non è accettata da tutto lo starsystem: ad esempio, Ed O’Brien, chitarrista dei Radiohead, non sembra, per fortuna, condividerla affatto.
E O’Brien fa parte, insieme agli altri Radiohead, di Featured Artists Coalition, un’associazione di artisti che dall’anno scorso si batte contro l’accanimento delle major verso il P2P.
In una recente intervista, il chitarrista ha ribadito questo punto di vista: non c’è nessun motivo per pensare che il file sharing stia davvero creando dei danni all’industria musicale; piuttosto sarebbe da considerare suicida il comportamento delle stesse major, incapaci finora di leggere il cambiamento in atto.
Più in particolare, O’Brien ha detto di considerare il filesharing nient’altro che l’evoluzione tecnologica delle registrazioni casalinghe dei brani trasmessi alla radio, in voga prima dell’esplosione del digitale. Un velocissimo giro su Wikipedia, ci svela come già allora le posizioni dell’industria fossero le stesse di adesso. Nel 1980, nel Regno Unito, lanciarono la campagna Home Taping Is Killing Music. Se oggi, trent’anni dopo, questa frase può sembrare ingenua e ridicola, c’è da riflettere se non penseremo la stessa cosa, fra trent’anni, delle campagne odierne anti P2P.
Per il momento, però, ci accontentiamo di dire grazie a band come i Radiohead, che non hanno avuto paura in passato di rendere libero il download dei loro nuovi album e che non ci stanno a vedere definiti “pirati” i loro fan.