Tutti i processori Intel basati sulle microarchitetture Nehalem e Westmere, ad esclusione dei Core i3, integrano la tecnologia Turbo Boost che permette di incrementare la frequenza dei core utilizzati dalle applicazioni non ottimizzate per CPU multicore.
Anche i prossimi Phenom II X6 (core Thuban) di AMD dovrebbero integrare una simile tecnologia per la gestione dinamica della frequenza dei singoli core.
È ormai evidente il trend dei chipmaker, intenzionati a progettare processori anche a 8 e 12 core, ma sono ancora pochi i software che possono sfruttare l’aumento del numero dei core. La maggior parte, invece, trova giovamento dall’aumento della frequenza di clock.
Quindi, per ottenere le massime prestazioni possibili, i progettisti di CPU hanno implementato tecnologie per l’incremento dinamico della performance che disabilitano alcuni core e overcloccano gli altri.
La tecnologia di AMD, indicata come C-state performance boost, è completamente basata sull’hardware e funzionerà con ogni sistema operativo che supporta processori a sei core. Quando è necessario un aumento delle prestazioni per un’applicazione a singolo thread, Thuban disabiliterà tutti i core in idle e overcloccherà i core rimanenti fino al massimo livello consentito dalle specifiche termiche.
È probabile che la lettera T presente nel nome dei modelli previsti indichi proprio questa tecnologia. Non è noto invece se il performance boost sia compatibile anche con le schede madri AM2+.