Una rete con performance 100 volte migliori rispetto a quelle attuali. Una rete accessibile a prezzi abbordabili. Una rete aperta, gestita con parità di condizioni di accesso per tutti i provider che intenderanno aderire. Una rete che sembra una chimera, ma che presto potrebbe diventare realtà. E la firma non poteva che essere una soltanto: Google.
L’annuncio giunge forse a sorpresa, ma chi ha seguito le vicende del motore negli anni passati non avrà di che stupirsi. Da tempo, infatti, Google investe nelle cosiddette “dark fiber” senza mai aver spiegato i motivi del proprio interesse (i primi indizi risalgono al 2005). Ora il nuovo progetto sembra essere una diretta derivazione degli interessi manifestati in passato, ma al momento non v’è ancora alcun progetto reale in cantiere. Google, piuttosto, ha manifestato la propria intenzione di sperimentare ed imparare, ed al momento sta cercando amministrazioni pronte a spalleggiare il gruppo in questa avventura.
Quel che Google intende fare è costruire una rete ad alte performance, così da poter mettere in piedi un’attività in grado di agire direttamente a livello di infrastruttura. La seconda fase è quella della gestione, per cui Google promette un approccio “open access” che permetta a qualsiasi provider di accedere a parità di condizioni all’infrastruttura di rete posta in essere. La terza fase è quella della commercializzazione: Google conta di riuscire a coprire tra 50.000 e 500.000 utenti in un’area ancora da identificare, portando nelle case 1 gigabit al secondo ad un prezzo definito «competitivo». La promessa è altisonante, ma non distante dall’approccio che Google già in passato ha avuto con altre prospettive che solo all’apparenza si manifestavano come utopiche.
L’interesse di Google in una rete ad altissima velocità va oltre il semplice business diretto derivante. L’infrastruttura fa parte del concetto stesso di computing che il gruppo sta portando avanti basandosi sul principio per cui l’intelligenza non va più concentrata sui singoli nodi della rete, ma va concentrata su server a cui i client degli utenti fanno appello. È questo il cloud computing portato ai massimi livelli, qualcosa su cui Google sta scommettendo tutto per rovesciare i cardini che hanno sorretto il mercato fino ad oggi e portare sotto il controllo di Mountain View molto più che non ricerca e advertising.
Il progetto prende il via da una pagina presso cui le comunità e le realtà locali USA possono far riferimento per proporre la propria candidatura all’esperimento. Il termine massimo è fissano per il 26 Marzo, data entro cui gli interessati dovranno valutare le condizioni e le opportunità di partecipazione. Google vaglierà in seguito i profili ricevuti cercando il miglior candidato per uno sviluppo veloce ed efficiente del progetto. Da Mountain View non giunge al momento alcuna timeline definita: l’infrastruttura sarà messa in cantiere «il prima possibile» e soltanto con la messa in opera sarà possibile capire quale sia il prezzo indicativo del servizio, quale la sua estensione, quali le sue limitazioni. Google lo dice chiaramente nella propria presentazione: in questa fase il gruppo si sta soltanto attrezzando per imparare e capire. Tutto il resto verrà di conseguenza.