Il vento freddo della corruzione sta nuovamente soffiando con forza sull’Italia e da qualche tempo si fa sommesso riferimento ad un “tappo” che starebbe per saltare. I richiami alla vecchia tangentopoli sono tutto fuorché celati. Il vaso di Pandora, nel frattempo, ha tirato fuori due nuovi nomi eccellenti, riconfermando i legami illeciti tra imprenditoria e politica e giungendo in questo caso a coinvolgere una delle principali aziende italiane del settore della connettività: Fastweb. Due i nomi principali nell’occhio del ciclone: Silvio Scaglia, fondatore ed ex-CEO del gruppo, e Nicola Di Girolamo, senatore in forze al PDL.
Per i due indagati è scattato immediatamente l’ordine d’arresto che, nel caso di Scaglia, non è ancora stato eseguito a causa dell’irreperibilità dello stesso. Scaglia, però, s’è immediatamente dichiarato estraneo alla vicenda, confidando ai media l’intenzione di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti per chiarire la situazione. Così Repubblica.it riassume i fatti: «Il filone principale dell’indagine riguarda alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle e Fastweb accusati, con riferimento a un arco temporale che va dal 2003 al 2006, di falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti nell’ambito di due successive operazioni commerciali dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl nonchè da I-Globe e Planetarium, che evadevano il pagamento dell’Iva per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all’estero, dove i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili».
56 le ordinanze di custodia cautelare emesse, il tutto per un danno all’erario pari a 365 milioni di euro dovute a fatture false per 1,8 miliardi di euro (coinvolti anche alti funzionari di Telecom Italia Sparkle, i cui nomi non sono ancora trapelati). Il tutto avrebbe preso piede grazie a «società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore».
Scaglia proviene da Vodafone, ha fondato Fastweb ed ha quindi ceduto la propria creatura a Swisscom (i fatti fanno riferimento ad un arco temporale che vede Scaglia ancora a capo dell’azienda). Ad oggi l’imprenditore italiano è impegnato in Babelgum, nome noto per aver spiazzato l’idea Joost proponendosi come nuova soluzione per la distribuzione online di contenuti video. Le novità relative a Scaglia giungono ora come un ciclone sulle azioni Fastweb, portando immediatamente al ribasso il titolo, e sono destinate a riverberare effetti deleteri anche sul difficile equilibrio su cui anche Babelgum sta costruendo le proprie sorti.