La Commissione Europea sta mettendo pressione su Google affinché si adegui alle normative comunitarie. Le indagini antitrust in corso, infatti, sono affiancate da nuove indicazioni relative al servizio mappale Google Street View con il quale il motore di ricerca ha dotato le proprie mappe di immagini scattate direttamente dal suolo stradale attraverso le apposite “Google Car” in giro per il mondo.
Da tempo si moltiplica lo sconcerto di fronte al servizio Street View. Quello che gli utenti vedono come una meraviglia dell’innovazione tecnologica, infatti, per altri rappresenta una violazione della privacy intollerabile. I problemi sollevati in passato hanno portato il gruppo a mascherare le targhe delle automobili ed i volti delle persone ritratte, ma in seguito si sono imposte nuove questioni circa gli scatti all’interno dei cortili privati, o all’interno di finestre aperte ed altro ancora. La privacy, insomma, sembra violata dall’occhio indiscreto che fotografa a 360° l’ambiente attorno alle strade percorse dalle auto del gruppo.
Per questo motivo dalla Commissione Europea giungono nuove regole restrittive. Innanzitutto il gruppo dovrà avvisare tutti dell’arrivo in zona della Google Car. L’avviso deve avvenire tramite il sito ufficiale, tramite notiziari locali e facendo comunque in modo che la popolazione possa essere pronta ad accogliere l’auto ed i suoi scatti. Inoltre il gruppo potrà mantenere in archivio i file originali derivanti dagli scatti soltanto per 6 mesi invece dei 12 stabiliti dalla policy di garanzia di Google (così è indicato in una lettera a Google datata 11 Febbraio, all’interno della quale la Commissione UE spiega che è questo il tempo considerato come logico frutto di un compromesso equilibrato tra tutela della privacy e necessità tecniche per l’eliminazione di errori e falsi positivi).
Su quest’ultimo principio, però, Google sembra voler opporre resistenza. I motivi sono affidati all’intervento del responsabile legale per la privacy Peter Fleischer, il quale spiega come la conservazione delle immagini abbia un fine prettamente utilitaristico. Google, infatti, spiega che l’archivio è necessario al fine di garantire la massima affidabilità delle mappe e la possibilità di rettificare eventuali fotografie le cui modifiche per l’offuscamento di informazioni sensibili non siano state opportunamente realizzate. Google, insomma, ritiene necessaria la conservazione degli scatti per 1 anno proprio per permettere ad eventuali detrattori di richiedere la modifica dell’effetto di sfocatura: a garanzia della privacy e non il contrario.
«Ci siamo pubblicamente impegnati per un periodo di conservazione [delle immagini] di 12 mesi dalla data in cui l’immagine è pubblicata su Street View, e questo è il lasso di tempo che intendiamo adottare a livello globale». La Commissione Europea fa pressioni, ma ora Google sembra intenzionata ad alzare i toni per difendere il proprio operato. Il tutto, peraltro, in una settimana in cui i toni si sono alzati oltre la soglia già in Italia a causa di una condanna che sta facendo discutere in tutto il mondo.