Il numero di procedimenti legali che vedono Google sedere al banco degli imputati è in costante crescita. L’ultimo nasce dalle accuse mosse da Foundem, ejustice.fr e Ciao, ma ha tutta l’aria di essere l’ennesimo attacco da parte di Microsoft.
La colpa dell’azienda di Mountain View, questa volta, sarebbe stata quella di penalizzare l’indicizzazione delle pagine raccolte in questi tre siti, dando così vita a pratiche di concorrenza sleale.
In un lungo post comparso su uno dei suoi tanti blog ufficiali, Google risponde alle domande dell’Antitrust europea, spiegando come l’algoritmo che genera le pagine dei risultati dopo una ricerca, tenga conto di centinaia di diversi fattori, nessuno dei quali strutturato in modo tale da affossare volontariamente una pagina piuttosto che un’altra.
Ottimizzazione del codice, utilizzo appropriato delle keyword, formattazione, rispetto per gli standard del W3C, link in entrata e in uscita. Queste e molte altre ancora sono variabili tenute in considerazione nell’elaborazione dei risultati, per dare vita ad un sistema che sappia restituire agli utenti le informazioni desiderate nel minor tempo possibile. Questa, in sintesi, la difesa di Google esposta nell’intervento di Amit Singhal.
Ovviamente, gli organi d’indagine avranno bisogno di ulteriori dettagli per valutare se ci sono stati o meno comportamenti illeciti verso la concorrenza. La questione, che sembra destinata a protrarsi per un periodo non certo breve, non fa che mettere una volta di più in risalto quanto un buon posizionamento sulle pagine di Google sia essenziale per il successo di qualsiasi forma di business.