Il Ministero per i Beni Culturali e Google, una stretta di mano e quello che viene definito «uno storico accordo». Una conferenza stampa, la presenza del ministro, quindi un lungo elenco di meraviglie destinate a finire nella biblioteca digitale di Mountain View. Per l’Italia un modo nuovo per valorizzare i propri beni, per Google un’occasione unica per accedere ad un patrimonio culturale senza pari al mondo.
«Google e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno annunciato oggi una collaborazione che consentirà a chiunque nel mondo di accedere a fino a un milione di libri non coperti da copyright conservati nelle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze. Per la prima volta, alcune delle inestimabili opere appartenenti a queste biblioteche saranno rese accessibili a chiunque in formato digitale attraverso Internet. Questa è inoltre la prima collaborazione in assoluto tra un Ministero della Cultura e Google per Google Books: una partnership che negli auspici di Google offrirà un importante contributo alla conservazione e alla divulgazione di importanti opere del patrimonio culturale italiano». Ed i nomi della storia italiana fanno da cornice e megafono all’iniziativa: «Negli scaffali di queste biblioteche sono conservate alcune delle raccolte di opere dei più grandi intellettuali, scrittori, scienziati e pensatori italiani. Una volta digitalizzate, le opere di Dante, Petrarca, Leopardi e Manzoni saranno a portata di clic per chiunque nel mondo, da Genova a Nairobi».
L’accordo tra il Ministero e Google rischiava soltanto una incomprensione: un’indebita invasione di campo nella diatriba che vede Google Books al centro di una vertenza internazionale che ha coinvolto anche l’Italia ed il suo patrimonio cartaceo. Ma anche in tal senso ogni dubbio viene fugato salvando forma e sostanza: «Google fornirà inoltre alle due biblioteche le copie digitali di ciascun libro parte del progetto, così che possano a loro volta renderli disponibili anche su piattaforme diverse da Google Books, quali, ad esempio, quella del progetto Europeana». Google si accolla i costi della digitalizzazione, opera che si prevede venga terminata nell’arco di un biennio: «L’accordo tra MiBAC e Google prevede la digitalizzazione e messa in rete di circa un milione di volumi, 285 mila dei quali sono stati già metadatati e catalogati dal Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)».
La Divina Commedia a portata di click
Due piccioni con una fava: l’accordo con Google, infatti, permette all’Italia di compiere un passo importante nei confronti di Europeana, per la quale fino ad oggi il nostro paese era stato scarsamente impegnato. In un colpo soltanto, invece, la medesima digitalizzazione (a costo zero) raccoglierà doppio risultato.
Il Ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, vede nell’accordo un “forte significato politico”: «Si tratta della prima intesa a livello governativo che permette a un protagonista del web di accedere a un patrimonio librario nazionale. L’Italia si pone così all’avanguardia in questo settore, con la convinzione di arricchire enormemente il patrimonio culturale disponibile gratuitamente nella rete e nel farlo si avvale di un partner tecnologico di primaria importanza. La speranza è che questo sia solo un punto di partenza e che presto molti altri volumi possano essere disponibili. In questo modo aiuteremo nel proprio lavoro le istituzioni preposte alla diffusione della cultura italiana nel mondo e avvicineremo ulteriormente alle proprie radici le giovani generazioni di italiani all’estero». Sulla stessa falsa riga il commento proveniente da Google: «Siamo orgogliosi di essere parte di questo progetto volto a diffondere nel mondo l’eccezionale patrimonio culturale racchiuso in queste biblioteche italiane. L’iniziativa offrirà un contributo importante all’arricchimento e alla conservazione di una parte rilevante dell’eredità culturale mondiale, mettendo a disposizione di chiunque nel mondo in modo rapido e semplice grandi opere della cultura italian».
Stefano Maruzzi, Country Director Google Italia: «Questo progetto dimostra l’importanza che l’Italia e la cultura italiana rivestono per Google, lieta di poter dare il proprio contributo per diffondere nel mondo il patrimonio culturale della nostra nazione. Lo avevamo già dimostrato l’anno scorso con il lancio di Pompei su StreetView e, nei prossimi mesi e anni, speriamo di poter ampliare ulteriormente la collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per altre ambiziose iniziative».
L’ascia di guerra tra l’Italia e Google è stata deposta? Probabilmente non ancora, ma nel nome della cultura la stretta di mano ha forse pertanto valore ulteriore.