Berlusconi su Facebook. Il solito pesce d’Aprile? No, evidentemente no. Ma la notizia merita di essere approfondita, perchè il messaggio che passa potrebbe non essere del tutto corretto. E, soprattutto, dietro questo improvvisato impegno potrebbe esserci molto di più.
Berlusconi non sembra aver aperto una pagina su Facebook, né un profilo personale, né un gruppo. Semplicemente, il premier ha telefonato alla redazione de Il Giornale ed ha garantito massimo “ascolto” per il “popolo di Facebook“. Nei fatti si tratta di una sorta di testimonial per la fans page de Il Giornale, ove l’editore sta cercando di portare sui social media la propria presenza ed i propri contenuti. L’annuncio giunge infatti da Il Giornale, la cui homepage è in giornata dedicata proprio al messaggio del Cavaliere.
«È con grande piacere che saluto le amiche e gli amici del Giornale. Facebook è una nuova occasione per conoscersi è una piazza virtuale dove è possibile presentare e difendere le proprie idee e soprattutto quando si accende il confronto politico. Noi, per quanto ci riguarda, veniamo da una difficile campagna elettorale e molti di voi si sono schierati al nostro fianco nel nome dei nostri stessi valori, dei valori di libertà e di democrazia. Lo state facendo anche ora su Facebook difendendo le vostre posizioni, i successi del nostro buon governo, i nostri programmi, i nostri candidati. Per questo vi ringrazio di cuore, uno a uno».
Il messaggio è chiaramente strumentale alla promozione della fans page (peraltro non meno scomposto di altri tentativi portati avanti da ogni partito e da ogni ispirazione politica), ma è comunque una importante mano tesa, un contatto necessario. L’ultima volta che il nome di Berlusconi e quello di Facebook sono stati accostati, infatti, era per il famigerato “Uccidiamo Berlusconi” che aveva mobilitato i media italiani in una caccia alle streghe partita dal Duomo di Tartaglia e sfociata in una lotta senza quartiere alla Rete ed alle sue deviazioni. Il nuovo contatto è una tregua, un nuovo approccio, una risposta agli screzi del passato. Ma il tutto, va sottolineato, rimane confinato ad una telefonata ad un giornale, nulla di più e nulla che possa essere considerato autenticamente “social”.
«Adesso inizia un periodo di tregua elettorale e potremo finalmente avviare la stagione delle grandi riforme: la riforma dello Stato, una grande e profonda riforma della giustizia, una grande riforma con l’ammodernamento del fisco. Sono convinto che nel momento in cui si interviene su temi così importanti, sia fondamentale ascoltare i suggerimenti dei cittadini e formulare delle scelte in sintonia con il sentire del nostro popolo. Per ottenere questi risultati utilizzeremo internet e naturalmente anche Facebook, prestando a voi, amici del Giornale, la massima attenzione».
L’impegno per Facebook può però essere interpretata anche sotto altra luce. Da una parte, infatti, v’è stata Raiperunanotte, con cui Michele Santoro ha dimostrato di poter ambire ad una forte audience sul Web sfruttando le dinamiche virali del passaparola e dei social network. Ma non solo. Proprio oggi, 1 Aprile, prende il via il progetto Generazione Italia, il movimento di Gianfranco Fini nato sul Web e pensato probabilmente per calamitare una forza di nuova natura – sotto un medium di diversa estrazione rispetto alle tradizionali meccaniche della comunicazione partitica. Potrebbe esserci una forte caratterizzazione politica, insomma, dietro una semplice telefonata, un giornale amico ed un occhiolino ad una community.
Facebook fino a ieri era considerato un rischio ma, a partire da oggi, improvvisamente, è diventato una opportunità. Ed un nuovo terreno di dialogo e di scontro, con regole proprie e con dinamiche differenti.