Non siamo di sicuro ai livelli di Barack Obama e, sicuramente, non lo saremo per molti anni ancora a giudicare dal rapporto complesso e tormentato tra molti esponenti della nostra classe politica e i nuovi strumenti di comunicazione che il Web mette a disposizione.
Comunque, proprio in ragione di questa premessa, ha fatto notizia, in queste ore, il messaggio del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi diffuso tramite la pagina ufficiale che il quotidiano “il Giornale” ha attivato su Facebook.
In realtà, come fa notare anche Webnews, Berlusconi non ha aperto un profilo ufficiale né ha partecipato attivamente alle discussioni sul celebre sociale network. Il suo messaggio audio è stato semplicemente un saluto rivolto agli iscritti alla fan page de il Giornale, ma ciò nonostante alcuni passaggi del discorso meritano di essere sottolineati:
È con grande piacere che saluto le amiche e gli amici del Giornale. Facebook è una nuova occasione per conoscersi è una piazza virtuale dove è possibile presentare e difendere le proprie idee e soprattutto quando si accende il confronto politico. […] Lo state facendo anche ora su Facebook difendendo le vostre posizioni, i successi del nostro buon governo, i nostri programmi, i nostri candidati. Per questo vi ringrazio di cuore, uno a uno.
Ciò che appare importante, al di là dell’aspetto “propagandistico” legato sia al fare pubblicità all’iniziativa de il Giornale sia a sponsorizzare il proprio governo, è l’opportunità di mettere in evidenza questa piccola, ma forse significativa, apertura al mondo dei social network.
Finora Facebook era stato protagonista del dibattito politico solo ed esclusivamente per aspetti negativi legati spesso a minacce di censura più o meno esplicite, come quelle avvenute nel periodo immediatamente posteriore all’aggressione di Piazza del Duomo.
Oggi, per la prima volta, Facebook viene indicato quale “piazza virtuale in cui è possibile presentare e difendere le proprie idee”, riconoscendo quindi l’importante portata comunicativa di questo strumento capace come pochi di far circolare le idee. Insomma, appare quasi una rivoluzione culturale senza precedenti stando all’approccio che la politica italiana ha mostrato finora verso queste piattaforme.
Che questa piccola e parziale apertura servirà a dare il via a una nuova stagione nel rapporto tra la politica e il Web? È difficile dirlo e solo il tempo indicherà se veramente, a poco a poco, anche la politica italiana ha iniziato a capire che i social network e simili sono un’opportunità per veicolare il proprio messaggio più che un nemico da imbavagliare.