È ormai tutto pronto per l’invasione dei televisori 3D e, con i mondiali di calcio alle porte, si potrebbe scommettere sul successo della nuova tecnologia, finalmente disponibile anche per nostri salotti e non più relegata nelle sole sale cinematografiche ma… siamo consapevoli dei possibili rischi connessi al suo utilizzo?
Samsung, all’interno del suo sito statunitense, ha pubblicato un interessante documento teso ad informare i consumatori sulle corrette norme di utilizzo dei suoi televisori 3D ready appena immessi sul mercato; si tratta di norme di carattere generale, dunque valide per tutti i produttori. Nessun allarmismo, sia chiaro, ma non dimentichiamo che questo tipo di visione tende ad ingannare il cervello umano, ossia costringe l’occhio a lavorare in maniera innaturale, quindi è giusto prendere alcuni accorgimenti.
Innanzitutto le cose più ovvie: la visione in modalità 3D richiede l’utilizzo degli appositi occhialini, dispositivi che risentono dell’influenza della luce delle lampade a incandescenza così come di quella solare rendendo. Risulta dunque preferibile la visione in ambienti oscurati, per evitare fastidiosi effetti di sfarfallio.
È poi ben noto come la visione 3D possa avere effetti negativi su soggetti predisposti ad attacchi epilettici: è preferibile consultare il proprio medico se in famiglia ci sono stati precedenti in tal senso. In generale, sintomi che dovrebbero spingere a interrompere la visione e consultare uno specialista, potrebbero essere: visione alterata, stordimento, capogiro, movimenti involontari (spasmi muscolari o dell’occhio), confusione, nausea, perdita di coscienza, convulsioni, crampi e/o disorientamento.
Veniamo ora ai consigli più tecnici e pratici: evitare di attivare la modalità di visione 3D se non si è posti a una distanza sufficiente dal dispositivo. In particolare, la distanza minima a cui disporsi può essere ottenuta moltiplicando per tre l’altezza dello schermo televisivo. È sempre preferibile, inoltre, fare in modo che gli occhi dello spettatore si trovino allo stesso livello dello schermo.
Si tratta di norme di carattere generale, che in alcuni casi potrebbero anche sembrare eccessive, ma ricordiamo che le categorie più esposte a questi rischi sono sicuramente i bambini e gli adolescenti, che oltre ad essere più sensibili, passano spesso tra spettacoli e videogiochi molte (e a volte troppe) ore davanti allo schermo televisivo. Categorie per cui spesso non vale la regola del buon senso (come in ogni campo, è sempre preferibile evitare l’abuso) e il cui controllo è assolutamente necessario da parte dei genitori.