Google Travel non c’è ancora, ma probabilmente non tarderà ad arrivare online. Non solo rappresenta una buona occasione, ma anche una possibile mossa strategica basata sull’ostruzionismo alle pressioni concorrenti. Microsoft, già attiva nel settore, ha infatti fatto un buon lavoro rendendo Bing uno strumento utile per la prenotazione di voli aerei e hotel allungando le mani su un ghiotto mercato verticale che potrebbe fare da testa di ponte verso ulteriori conquiste. Google, cosciente della montagna di denaro su cui siede il gruppo, potrebbe quindi firmare un assegno che chiuda le porte al concorrente di Redmond portando a Mountain View un servizio nuovo ed appetibile.
L’azienda nel mirino è la ITA Software. Nonostante il nome, nessuna relazione con l’Italia (se non una collaborazione con la nostra compagnia di volo di bandiera): fondata al MIT di Boston, il gruppo si presenta come un “airline IT service provider” che mette a disposizione delle agenzie di volo tutto il necessario per meglio organizzare costi e servizi agli utenti. «L’industria del viaggio pone alcuni dei più complessi problemi computazionali dell’intera industria. ITA Software dispone delle più innovative tecnologie necessarie per risolvere questi problemi». Ed è materiale sul quale Google intende mettere le mani.
Secondo Bloomberg Google avrebbe già manifestato il proprio interesse per il gruppo, ma per portare a segno l’acquisizione dovrebbe firmare un assegno da 1 miliardo di dollari mettendo in archivio una delle più onerose operazioni mai siglate dopo DoubleClick e YouTube.
Google nel frattempo ha messo in cassa anche un’altra operazione siglando l’acquisizione della start-up Agnilux. Nessun dettaglio ulteriore sull’operazione al momento, se non la conferma da parte di Google e le prime suggestioni derivanti dalle scarse informazioni disponibili sull’azienda. L’attività Agnilux, infatti, sarebbe legata a fondatori derivanti dalla PA Semi, il gruppo acquisito da Apple per mettere a punto il chip A4 alla base dell’iPad. L’acquisizione potrebbe avere un motivo pressoché similare: sviluppare un chip per tablet basati su Android, oppure portare il medesimo chip anche su tv o altri dispositivi in grado di far girare Chrome OS.