Una nuova class action è stata avviata negli Stati Uniti contro Apple. Ennesima prova di forza legale contro Cupertino, la nuova denuncia firmata Charlene Gallion ha però una peculiarità poiché prende di mira una funzione specifica del dispositivo e sembra trovare numerose conferme da varie segnalazioni in rete. Nel mirino finisce in particolare il Liquid Contact Indicator (LCI), le cui disfunzioni potrebbero tagliare i tempi della garanzia vanificando le richieste di intervento da parte dell’assistenza del gruppo.
Il Liquid Contact Indicator è un noto sensore che, utilizzato da Apple fin dal 2007 su iPod e iPhone, è in grado di testimoniare l’eventuale “affogamento” del dispositivo all’interno di un liquido. Tale situazione, infatti, vanifica le richieste di intervento andando a segnalare una situazione non consona alla salubrità del telefono con la mela: l’acqua è un nemico giurato della componentistica, soprattutto per quanto concernente i connettori accessibili dall’esterno, e l’attivazione del sensore a seguito di immersione comporta lo stop automatico ai tempi della garanzia.
Liquid Contact Indicator su iPhone
La denuncia punta il dito contro il Liquid Contact Indicator suggerendo la possibilità per cui il sensore possa non funzionare a dovere, segnalando pertanto contatti inesistenti con un liquido. Charlene Gallion, da cui proviene la firma a capo della denuncia, avrebbe visto rifiutata l’assistenza per ben due volte ed in entrambi i device nessun liquido avrebbe mai minacciato l’integrità del dispositivo. La tesi accusatoria si basa pertanto sull’esistenza di falsi positivi che, andando a favore di Apple grazie all’interruzione dei margini temporali previsti per l’assistenza gratuita in caso di guasto, regalano al gruppo un vantaggio che per l’utente si configura come un danno.
Secondo varie testimonianze presenti online, la denuncia potrebbe avere qualche argomento da giocarsi in tribunale. CNet ha infatti dimostrato a suo tempo quanto sensibile possa essere il Liquid Contact Indicators, sensibile al punto da potersi colorare al semplice sventurato contatto con una mano sudata. Inoltre un video in lingua polacca (con sottotitoli in inglese) dimostra invece come un semplice sbalzo di temperatura sia in grado di attivare il sensore attivando pertanto spontaneamente il falso positivo pur muovendo semplicemente il telefono nel range dei limiti di temperatura previsti dal contratto siglato all’acquisto e senza alcun contatto con qualsivoglia sostanza liquida.