Non si arresta la diatriba tra Apple e Adobe, vera e propria battaglia che si protrae da diversi mesi, ovvero dalla presentazione al pubblico di iPad. Dopo la decisione di Adobe di interrompere gli investimenti sui tool di conversione per Flash, è arrivata puntuale la risposta di Cupertino. Secondo la società targata mela, Flash sarebbe un software chiuso e proprietario e, quindi, di poco interesse per lo sviluppo di applicazioni future.
L’affermazione è arrivata dal portavoce Trudy Miller, in risposta alle critiche di Adobe che, senza mezzi termini, aveva definito Apple come chiusa e restrittiva:
HTML5, CSS, JavaScript e H.264, tutti supportati da iPhone e iPad, sono aperti e standard, mentre Flash di Adobe è chiuso e proprietario.
Un’affermazione di certo curiosa, considerando come Apple sia nota per la sua visione dell’informatica estremamente chiusa, restrittiva e controllata dall’azienda. Nonostante la recente adozione di alcuni standard aperti per i propri dispositivi mobili, appare evidente come Cupertino non sia nella posizione di condannare altre società in merito all’uso di software proprietario.
Più si avanza in questa guerra fredda, più appare evidente quale sia il leitmotiv che spinge Apple a queste decisioni drastiche: la performance di Flash. Steve Jobs ha più volte criticato lo scarso impegno di Adobe nello sviluppo del proprio player per Mac, tanto che ha accusato il plugin di essere la prima causa di crash su OS X. Affianco a questa motivazione, appare evidente come Apple voglia sbarazzarsi di un concorrente scomodo per il proprio App Store. Flash su iPhone, infatti, aprirebbe i dispositivi mobili all’infinita serie di applicazioni Flash sparse gratuitamente per la rete, intaccando così l’importanza del proprio store.
Non resta che da chiedersi quali saranno le future mosse di Adobe. L’unica cosa certa in tutta questa vicenda è che una risoluzione appare ancora decisamente lontana.