Da qualche giorno circola in rete un rumor riguardo l’imminente rilascio di Mac App Store, un negozio di applicazioni in stile iPhone per la linea di computer targata mela. Previsto in concomitanza con il futuro Mac OS X 10.7, Mac App Store imporrebbe serie limitazioni agli utenti: nessun software non approvato da Apple potrà essere installato sui propri computer.
La news, già inverosimile di per sé, è stata di recente smentita da Steve Jobs che, rispondendo a una mail di un preoccupato ammiratore, ha dichiarato un laconico “Nope”.
Di primo acchito, l’idea di un Mac App Store può rivelarsi un’ottima strategia nei confronti degli utenti. Seguendo il successo di App Store su iPhone, i melauser più accaniti potrebbero giovare di una lunghissima lista di applicazioni pensate appositamente per i propri Mac.
Questo modello di business, tuttavia, potrebbe funzionare solo in assenza di limitazioni. Appare ovvio come ogni utente desideri installare, sul proprio computer, il software preferito, senza vincoli di sorta. Un sistema restrittivo, come quello di iPhone, può funzionare in ambito mobile dove l’utente non ha necessità estreme, ma non di certo sulla linea desktop dove, per motivi personali o lavorativi, l’utente deve avere una buona capacità d’azione.
Fortunatamente, non vi è ragione di preoccuparsi per la futura inibizione dei programmi preferiti su OS X: Steve Jobs ha deciso che anche il futuro 10.7 sarà libero da vincoli di installazione, come i suoi predecessori.