Secondo un’inchiesta del New York Times, la scrupolosissima autorità per l’antitrust statunitense avrebbe aperto un fascicolo sulle politiche adottate da Apple nel campo della distribuzione musicale online. Al momento i dettagli sono pochi, ma tra le ipotesi campeggia la possibilità che Cupertino abbia turbato gli equilibri di mercato facendo leva sulla propria posizione dominante.
Si legge sul Times:
Secondo diverse persone messe a parte sulla questione, il Dipartimento di Giustizia starebbe esaminando le tattiche di Apple nel mercato della musica digitale, e le sue trattative con le etichette musicale e i rapporti con le società che vendono musica su Internet. L’inchiesta dell’antritrust è agli stadi iniziali, affermano costoro, e le conversazioni ruotano abbondantemente attorno alle dinamiche della vendita musicale online.
In particolare, il riferimento è alla famosa promozione “Daily Deal” sullo store MP3 di Amazon, che consentiva di comprare le canzoni in anticipo sul rilascio ufficiale. In pratica, l’ipotesi di reato è che Apple abbia abusato della propria posizione dominante per fare pressioni sulle etichette affinché smettessero di fornire titoli in esclusiva alla rivale Amazon.
Il documento sottolinea che, allo stato attuale, Apple detiene il 69% del mercato della distribuzione digitale degli USA, e ben il 26,7% dell’intero mercato musicale statunitense; parliamo di un peso più che raddoppiato rispetto al suo concorrente più prossimo.
Questa sulle influenze nel mercato musicale è soltanto l’ultima di una serie di inchieste che le diverse autorità competenti avrebbe aperto nei confronti della mela. Risale soltanto all’anno scorso il fascicolo sull’accordo informale tra Apple e Google, impegnate a non assumere i reciproci dipendenti; ed è di poche settimane fa invece la questione dell’assenza di Flash su iPhone e iPad, con indagini aperte su esplicita richiesta avanzata da Adobe.